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Lavoro e giovani: fra personale che non si trova e il problema di avere uno stipendio adeguato a competenze e fatica

Il tema del lavoro e dei giovani è un tema che ha infiammato il dibattito nazionale e locale nelle ultime settimane, fra personale che non si trova per molte tipologie di lavori, polemiche sul reddito di cittadinanza, accuse ai giovani di "non aver voglia di lavorare" e giovani che si lamentano invece della precarietà e di condizioni contrattuali non soddisfacenti. Bene (anzi, male!), cerchiamo di trattare l'argomento a livello locale partendo da esperienze vissute e invitandovi a ragionare pacatamente: è un tema complesso con tante variabili, le situazioni personali sono molto differenti da caso a caso e i motivi di queste difficoltà possono anche essere molteplici.

Per cominciare qualche dato sul tema della precarietà. L'Istat (leggi https://www.istat.it/it/files/2022/04/3.pdf) ha reso noto che nel 2020 il 18,4% dei dipendenti a tempo determinato lo era da almeno cinque anni, un dato in salita che conferma la difficoltà crescente di trovare il famoso posto fisso. Secondo l'Istat, nel 2019 oltre il 12% degli occupati, inoltre, non era "regolarizzato" (insomma, in nero). 

Per avere dati più recenti, sempre l'Istat ha reso noto che ad aprile 2022 in Italia c'erano oltre 3 milioni 150mila dipendenti a termine, il dato più alto dal 1977. 

Il tema della precarietà è però solo uno dei temi che riguarda il mondo del lavoro. Per andare a conoscere meglio il lato dei giovani, abbiamo intervistato una ragazza, Greta, che ci racconta la sua storia di ricerca di un buon posto di lavoro nella nostra Cremona ed espone le problematiche legate alle condizioni proposte.

Tu sei fisioterapista, attualmente hai un lavoro ma hai avuto una possibilità per un'altra occupazione. Come è andata?

"Un mio ex collega lavorava in una clinica cremonese con un contratto completamente diverso da quello che ho io attualmente, lui infatti ha la partita Iva. Ha ricevuto una proposta importante da un'altra struttura e allora, volendo avvicinarmi a Cremona, ho pensato di propormi per la sostituzione. Sapevo che poteva essere una posizione part-time ma anche full-time, c'era disponibilità da parte della struttura. Ho inviato il curriculum, anche se devo dire che già in passato lo avevo inviato ma non avevo ottenuto risposta, stavolta avendo bisogno di una persona con le mie qualifiche mi hanno chiamato e hanno fissato un colloquio"

Come è andato il colloquio?

"Al colloquio erano molto interessati e sembravano molto gentibili e flessibili nella proposta, persone serie disposte a offrire un posto di lavoro consono anche alla dignità del lavoratore. Non mi hanno però specificato la quantità di ore che servivano e neppure il compenso, dicendomi che mi avrebbero mandato il tutto nei giorni successivi, specificando che mi avrebbero indicato il compenso lordo perchè per motivi tecnici era difficile stabilire, a causa della tassazione, la cifra esatta. Il giorno dopo mi è arrivata la proposta: 30 ore di lavoro settimanale, orario spezzato 3 ore al mattino 3 e ore al pomeriggio, compreso un sabato. Stipendio di 1200 euro lordi, circa 750 euro netti"

La tua reazione?

"Beh, valutate voi: con 750 euro come posso pagare affitto, bollette, benzina, spese varie e magari risparmiare qualcosa per comprarmi casa un giorno o per investire su me stessa per crescere professionlamente frequentando corsi. Se avessi un orario più omogeneo e non spezzato potrei accettarlo andando a cercarmi un secondo lavoro, ma tenendomi impegnata tutta la giornata me lo rende impossibile. Certo, potrei fare la cameriera la sera, come ho fatto la barista in passato, ma a questo punto perchè investire soldi e tempo per diventare fisioterapista? Gli studi se non hai un curriculum molto qualificato non ti calcolano e non ti pagano adeguatamente. Attualmente nella struttura in cui lavoro percepisco 1100 euro: non conviene spostarmi, ma anche qui per le ore lavorate e le responsabilità che mi devo prendere non è uno stipendio proporzionato. Ho un rischio biologico alto, devo avere molta pazienza e qualche volta ho anche avuto il problema di pazienti aggressivi"

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