NELLA STESSA COLLANA DI INTERVISTE:
La crisi coronavirus: situazione imprese del settore edilizia e cantieristica
Data la grave situazione del Coronavirus abbiamo deciso di intervistare rappresentanti delle varie categorie economiche per capire la situazione e le richieste che chi lavora rivolge alle autorità. Oggi abbiamo intervistato Emiliano Bruno, titolare del Wish Pub Birroteca, locale del centro storico che esiste da decenni. Un punto di osservazione privilegiato per capire la situazione di locali/bar/pub.
Come ha impattato questa crisi sulla tua attività e come avete reagito in questi mesi?
"Sicuramente un impatto devastante. L'incertezza iniziale ha fatto largo alla drammaticità e alle incognite sul futuro e dopo domenica sera (riferimento al decreto annunciato da Conte, nda) sarà anche peggio. Noi da parte nostra abbiamo preferito aspettare l'evolversi della cosa anche per prevenzione contro l'emergenza sanitaria. Solo in questo ultimo periodo abbiamo stretto alcune collaborazioni con colleghi come i titolari del ristorante Quadrophenia per operare in qualche modo ma sicuramente non è sufficiente per avere tranquillità"
Le problematiche della ripartenza: come vi state muovendo e che richieste avete alle autorità?
"Le problematiche sono infinite: calo dei fatturati, sviluppo di un nuovo metodo di lavoro ancora non definito e che riguarda tutte le attività che tra l'altro hanno specificità differenti a seconda che siano un pub, un ristorante o un bar; le spese accumulate fino ad ora e quelle che seguiranno...Le richieste alle autorità? Su tutto il buon senso di chi ci amministra e ci governa, non possono pretendere di tenerci chiusi (cosa sacrosanta per l'emergenza e che non discuto) senza aiutarci o obbligandoci a chiedere prestiti, pretendendo poi le stesse tasse, gli stessi contributi, magari esigere anche quelli dei tre mesi di chiusura. Oltre che assurdo è una mancanza di rispetto!"
Cosa pensi della crisi economica in generale per il vostro settore a Cremona?
"Credo che sia veramente dura per tutti rialzarsi, per il nostro settore ma anche per la filiera che lavora dietro di noi. Sto sentendo amici che gestiscono locali in altre città e ci sono già locali che hanno annunciato che non riapriranno per non aggravare una situazione già delicata. E' molto grave, noi abbiamo bisogno di lavorare per incassare ed eventualmente guadagnare e già prima della crisi con burocrazia, tassazione e vincoli non ci avevano reso la vita facile. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Credo che per Cremona sarà la stessa cosa in generale anche se ovviamente non me lo auguro. In definitiva noi accettiamo di cambiare modo di lavorare ma devono cambiare i parametri usati da amministratori e governanti se vogliamo la possibilità di una ripresa. Purtroppo tutti i politici hanno sempre dimostrato poca lungimiranza in queste cose!"