Tre notizie delle ultime ore:
1) Episodi di criminalità che si ripetono con frequenza ineffabile
2) La Provincia di Cremona che calcola 55 milioni di euro necessari per sistemare le buche sulle strade di sua competenza e ne ha meno di 5 da spendere
3) L'ulteriore record di denatalità: sempre meno figli sia in tutta Italia che a Cremona, sempre meno giovani, popolazione sempre più anziana
I tre elementi hanno dei punti di collegamento, anche se potrebbe non sembrare. L'Italia, come del resto molti paesi occidentali e non solo occidentali, attraversa un calo demografico (accompagnato anche da un forte movimento migratorio in uscita dei giovani più istruiti) che ha conseguenze importanti: piano piano manca e mancherà sempre di più manodopera (specialmente per certe tipologie di lavoro) dato che i giovani non ci sono, non avere giovani significa meno disponibilità e capacità di innovazione (che è necessaria per restare competitivi sui mercati internazionali, abbattere i costi di produzione e a lungo andare favorirebbe anche un aumento degli stipendi che in Italia sono bassissimi) e meno introiti per lo stato (che li trae dalle tasse su chi lavora e che con quegli introiti deve pagare tutte le sue spese comprese pensioni e stato sociale). Avere una popolazione che vive sempre più a lungo, grazie ai progressi medici, è una benedizione (lunga vita ai nostri anziani, questo sia ben chiaro) ma ha anche contribuito ad aumentare le spese pensionistiche, che nei decenni sono esplose (anche perché fino agli anni novanta la gestione era allegra, un esempio lampante le baby-pensioni, un vero buco nei conti per mandare in pensione in alcuni casi anche lavoratori che avevano lavorato appena una quindicina o una ventina d'anni), e le spese sanitarie, necessarie per una popolazione che invecchia. Il risultato è che lo stato italiano ha un debito pubblico in continuo aumento, il che significa pagare interessi sempre più alti che annullano ogni virtuosità nella gestione. In sostanza, l'Italia vive a debito per finanziare un tenore di vita che non riesce più a mantenere. Una popolazione anziana come quella italiana non accetterebbe mai tagli alle pensioni per cercare di riequilibrare i conti e quindi i politici (in modo diverso, ma vale per tutte le parti politiche) agiscono battendo altre strade: in parte scaricano sulle future generazioni (che andranno in pensione tardissimo) e in parte peggiorando (senza avere il coraggio di dirlo apertamente) le prestazioni sociali (dovete prenotare un esame medico nel settore pubblico? sapete già tutti che ci vogliono mesi se non anni) e la gestione delle infrastrutture. Qui arriviamo alle strade: sono un colabrodo, sia a livello provinciale che comunale, e come dice il presidente della provincia Mariani non ci sono i soldi per sistemarle. Una amministrazione diversa potrebbe fare meglio? Certo, potrebbe fare meglio, ma in ogni caso nessuna avrebbe a disposizione abbastanza soldi per sistemare davvero la situazione, al massimo si potrebbe "stare un po' meno peggio". In realtà, lo stato taglia i finanziamenti agli enti locali perché non ha abbastanza soldi e i servizi peggioreranno nel tempo.
Qui entra in gioco la questione criminalità. In parte nasce da un problema nazionale che è la mancanza di certezza della pena (che dipende dalle leggi, e quelle spetta alla classe politica approntarle, a volte dalle sentenze dei magistrati che hanno la mano troppo morbida): troppo spesso chi commette reati anche seri torna in circolazione subito o quasi subito, facendo sparire la deterrenza della pena (e facendo anche un grande danno alla coesione sociale: le pene si irrogano anche per dare un senso di giustizia alla vittima e alla popolazione, se questo senso non c'è la popolazione la cercherà altrove, magari in idee estremiste). Il Comune ci ha messo del suo (e per questo, a mio avviso, merita le critiche che ha incassato, anche dure a volte, ma la popolazione è spaventata e va capito): la narrazione del "è solo una percezione" è stato un errore (ci sono numeri che lo certificano, dalle statistiche di ItaliaOggi che ha indicato una perdita di 40 posizioni nella classifica della sicurezza per Cremona, alle statistiche ufficiali dello stato, che trovate qui, https://www.interno.gov.it/it/notizie/criminalita-minorile-e-gang-giovanili-online-report-servizio-analisi-criminale-dcpc-2023, che testimoniano un aumento dei problemi connessi alle baby gang dal 2010 al 2023 in tutta Italia, pur con differenze fra zona e zona e anche un calo nel 2023, riferito a tutta Italia però e non a Cremona dove semmai il problema è emerso negli ultimi due anni): intendiamoci, non siamo il Messico o le favelas brasiliane, l'Italia ha statistiche buone in generale e altre città italiane sono messe molto peggio ma se emerge un problema e il problema è emerso ed è serio, va accettato e riconosciuto, non denegato, ed è un errore importante perché sembra "snobbare" le legittime preoccupazioni della popolazione.
Narrazione a parte, il comune non ha il compito di arrestare i colpevoli (quello spetta a polizia di stato e carabinieri) ma deve fare attività di prevenzione e di controllo del territorio ed essere presente per rassicurare i cittadini. Sicuramente c'è un problema di fondi (rileggete le righe sui conti dello stato) e i vigili a Cremona sono sotto organico da anni, è anche vero che negli ultimi mesi qualcosa si è fatto (nuove attrezzature, sistemazione di telecamere), però si deve fare di più: avere tutte le telecamere sempre operative e averne di più, curare il decoro urbano che ha un suo peso nello scongiurare il crimine (per esempio una illuminazione pubblica inefficace, con ricorrenti blackout come quelli che hanno caratterizzato Cremona negli ultimi anni, non aiuta). Soprattutto, a costo di tagliare altre voci di spesa, ci deve essere una presenza notturna di forze dell'ordine (qui si può valutare se statali o comunali) in orario notturno almeno in centro storico (non basta avere il presidio dei vigili diurno ed è una questione importante: pesa sulla sicurezza ma pesa anche sulla coesione della popolazione, i crimini fanno perdere fiducia nello stato e non fanno bene alla democrazia). Ovviamente si deve anche fare prevenzione sociale, creare luoghi di aggregazione giovanile, lavorare sulle famiglie in difficoltà, in una società sempre più frammentata, però in presenza di reati la punizione ci deve essere e se il reato è serio deve essere molto severa.
Cremona non è diventata il Messico e i problemi ci sono anche in altre città (in alcune, pure paragonabili a Cremona, anche di più) e non è nemmeno vero che un tempo la criminalità non esisteva (anzi, passate in rassegna la nostra sezione STORIA sul sito, pubblichiamo regolarmente notizie tratte dalla nostra storia ed è pieno di omicidi, stupri, bande di ragazzini come quella del 1962 che assaltava le ragazze per strada, se ne è persa la memoria ma il crimine esiste da sempre) ma questo non toglie che è una battaglia prioritaria per Cremona non cedere a una deriva di insicurezza che avrebbe ricadute negative sotto tanti punti di vista.
Riconoscere l'esistenza dei problemi è il primo passo per affrontarli: mancano i mezzi economici, mancano i giovani, siamo in difficoltà nel garantire stato sociale e sicurezza. In passato, però, l'Italia ha affrontato problemi peggiori: guerre mondiali, povertà, terrorismo. Sono stati superati e sconfitti. Non bisogna cedere al pessimismo ma lavorare per il paese, per farlo, per rendere migliore l'Italia, occorre però prima di tutto riconoscere i problemi. I problemi economici e demografici esistono, a Cremona un problema di sicurezza esiste (da inquadrare correttamente, senza andare nel panico, ma esiste e va preso molto seriamente).