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Giovedì 8 luglio è stato il giorno della protesta di agricoltori e allevatori, convenuti da tutta la regione in piazza città di Lombardia a Milano, nei pressi del quartier generale della regione Lombardia, per chiedere un intervento deciso contro la proliferazione di cinghiali e nutrie.

La Coldiretti Lombardia stima che siano state almeno 9000 negli ultimi 10 anni le incursioni di cinghiali in Lombardia che hanno devastato le campagne e provocato incidenti stradali. La situazione è in costante peggioramento: fieno, mais, patate, frutti e perfino riso vengono danneggiati dal passaggio dei cinghiali (o divorati in quanto cibo). Ci sono problemi anche per vigne e uliveti. Vi è poi il problema della diffusione di malattie, si ritiene infatti che i cinghiali veicolino la peste suina africana. L'emergenza covid-19 che ha ridotto ulteriormente la presenza umana ha fatto proliferare i cinghiali che si calcola siano 2,3 milioni in Italia (aumento del 15%). Sempre più spesso i cinghiali si spingono nelle città: ultimamente sono stati avvistati a Pavia e nella Darsena di Milano. 

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Nel 2020 ci sono stati quasi 200 incidenti stradali in Italia causati dall'attraversamento stradale dei cinghiali con 16 vittime e 215 feriti. Ovviamente, alle vittime bisogna aggiungere la conta dei danni ai mezzi e ai luoghi. 

Tanti gli agricoltori cremonesi presenti per chiedere un intervento su questo problema, accompagnati anche da sindaci e rappresentanti dei consorzi di bonifica del territorio. A guidare la delegazione il presidente di Coldiretti Cremona e Lombardia Paolo Voltini e la direttrice Paola Bono. 

La manifestazione si è svolta in contemporanea in tante piazze italiane, a cominciare da Roma. Le richieste sono le seguenti:

- che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinchè:

• gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza;

• l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale

• gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale;

• il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio;

• che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”.

“La situazione, anno dopo anno, si fa sempre più drammatica, sia in tema nutrie che cinghiali. Come agricoltori siamo esasperati, i selvatici ci attaccano su tutti i raccolti. Non c’è un raccolto che nutrie o cinghiali non prediligano” testimonia Piercarlo Barilli, agricoltore di Casalmaggiore e vicepresidente del Consorzio di Bonifica Navarolo. “I danni sono ingenti. Non ultimo,  anche sul pomodoro. Nella prima settimana di vita delle pianticelle di pomodoro, quando sono appena piantate, la presenza dei selvatici può essere devastante: tolgono piantina per piantina, lasciando i campi totalmente spogli. Il danno è comunque su tutte le colture”.

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“Rispetto alla rete irrigua, a rogge e canali, il problema principale sono le nutrie – prosegue Barilli –. Stanno erodendo tutte le sponde, con gravi disagi da parte de nostro Consorzio, che è costretto continuamente a monitorare e coprire le voragini, per permettere che l’acqua fluisca in modo corretto. Il danno economico, sia per le aziende agricole che per il Consorzio, è veramente ingente. Si aggiungano i pericoli per la sicurezza, nei campi e sulle strade”

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Luca Zanichelli, primo cittadino di Rivarolo del Re, è tra i numerosi sindaci presenti  in piazza a Milano accanto agli agricoltori.  “Il problema nutrie nel territorio casalasco-viadanese è tra le priorità – spiega –. I problemi infrastrutturali provocati dalle nutrie sono onerosi e anche difficile da gestire. Conosciamo bene i rischi per la viabilità. Così come i pericoli legati al formarsi di voragini nei pressi di strade, canali, ferrovia. Si aggiungano le gravi perdite provocate alle attività agricole, anch’esse onerose. Come sindaco credo sia necessario mettere in atto, con urgenza, un percorso di contenimento dei selvatici. Devo anche aggiungere che sul territorio, sia come comuni che come provincia, possiamo fare ben poco. E’ necessario che questo tema trovi risposte efficaci a livello nazionale”.

“Le nutrie sono ormai estremamente diffuse e i danni sono pesanti – aggiunge Roberto Agazzi, agricoltore di Formigara –. Sono voracissime. Ho avuto campi di mais letteralmente spianati, divorati dalle nutrie. La presenza dei selvatici ormai condiziona le nostre scelte aziendali, quando dobbiamo decidere sulle semine. Ad esempio quest’anno ho preferito non seminare a mais alcuni campi, troppo vicini ai canali, regno delle nutrie. Li ho rivolti a colture meno redditizie, pur di provare a salvarli dall’azione delle nutrie. Seminare mais sapendo che servirà unicamente come pasto per i selvatici non fa piacere”.

L’agricoltore Massimo Saviola conferma che la presenza dei cinghiali in territorio cremonese si fa sempre più invadente e dannosa. “Quest’anno, a causa dei cinghiali, ho subito un danno importante nei campi di soia. Sono nella zona di San Giovanni in Croce. Purtroppo sono campi visitati spesso, direi regolarmente, da un corposo gruppo di cinghiali – spiega –. Avevo seminato la soia da un paio di giorni, i cinghiali sono entrati e hanno sostanzialmente ribaltato e divorato tutto. Lo scorso anno invece hanno colpito nei miei campi di mais a Drizzona. In quel caso le pannocchie erano quasi a maturazione. Purtroppo l’invasione dei cinghiali ha prodotto una perdita importante”. “Il problema è che la popolazione di cinghiali continua a crescere – assicura –. Si riproducono rapidamente, trovano cibo e riparo nei boschetti, sono sempre più numerosi e dannosi”.

“Sono molto preoccupato – dice Emilio Bragalini, agricoltore di Pizzighettone –. I cinghiali iniziano ad essere avvistati anche nei nostri territori, potrebbero portare nuovi problemi che si andrebbero a sommare a quelli, già pesantissimi, provocati dalle nutrie che da noi rappresentano una vera e propria emergenza. Le nutrie divorano i raccolti, in particolare il mais, senza contare il pericolo che si corre ogni giorno a passare con i trattori sui terreni sotto cui si trovano le tane di questi animali, con il rischio di ribaltamento dei mezzi”.  

“Una situazione che si è aggravata di anno in anno ed è ormai diventata insostenibile, come testimonia anche la presenza di tanti amministratori locali, accanto agli agricoltori venuti da tutta la Lombardia  – evidenzia Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona e Lombardia –. Non è mai stato così alto l’allarme per l’invasione dei selvatici, sempre più diffusi in spazi rurali e urbani. Distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi, causano incidenti stradali con morti e feriti e si spingono fino all’interno dei centri urbani, con evidenti pericoli per la salute e la sicurezza delle persone. Una situazione che deve essere affrontata con determinazione e con efficacia. In questo tema vitale Coldiretti c’è e farà la propria parte”.

“Bisogna inoltre semplificare e digitalizzare le procedure relative alle richieste di intervento – afferma Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Lombardia – garantire un monitoraggio costante e un controllo anche in ambito urbano, assicurare risarcimenti adeguati per i danni causati e per sostenere interventi di prevenzione”.