In queste ore si discute molto su come far ripartire l'anno scolastico a settembre. Un dato è certo: tutti gli esperti concordano sull'importanza di riportare gli studenti in presenza, per motivi didattici, sociali e psicologici. Si discute molto sul possibile obbligo vaccinale per i docenti (il dibattito è acceso in queste ore) e forse (molto meno probabile) per gli studenti, ma intanto passa in secondo piano un tema molto importante: i trasporti pubblici. Si è già detto e ripetuto che il primo problema della scuola non è la permanenza in aula ma la delicata fase del trasporto, che specialmente nelle grandi città (ma anche nelle piccole) può portare ai famosi assembramenti. Lo scorso anno se ne discusse a lungo, si prese anche qualche provvedimento ma alla fine la situazione restò "inevasa": il problema rimase e nel giro di poco tempo le scuole richiusero. Ora le settimane passano e dai rappresentanti del personale viene fatto notare che il problema si ripropone (e sarebbe un problema da gestire anche a vaccinazione del 100% completata, sappiamo che gli assembramenti sono comunque da evitare ogni volta che sia possibile). A distanza di un anno, siamo ancora alla fase della discussione, in uno spiacevole dejà vu. La realtà è che il problema non è stato a oggi risolto. La domanda è: ma siamo in grado, come paese, di risolverlo?