Cultura

In uscita "Le bionde del Benaco": ultima fatica del cremonese Marco Ghizzoni, narratore artigiano della vita di provincia

Marco Ghizzoni è uno scrittore cremonese che ormai non possiamo più definire emergente perché si è affermato nel panorama nazionale: i suoi romanzi, di solito ambientati nella nostra Cremona, hanno riscosso successo di pubblico e di critica. Ora è in uscita la sua nuova fatica, "Le bionde del Benaco". Abbiamo deciso di intervistarlo, per parlare del nuovo libro ma anche di tutta la sua esperienza come scrittore.

Partiamo dal nuovo libro. Cosa ci puoi anticipare?

"Le bionde del Benaco" è il mio quinto romanzo ed è senza dubbio quello del cambiamento: nuovo editore, nuovi personaggi e nuova ambientazione. Dopo aver raccontato Cremona e il cremonese, luoghi del cuore, ho deciso di raccontare il mio luogo dell'anima, ossia il lago di Garda, che frequento con assiduità da quando sono piccolo e con cui ho un legame speciale. Si tratta sempre di provincia, della quale amo narrare da sempre, ma di una provincia diversa, in cui l'influenza del lago e dei venti che ne increspano la superficie si fa sentire, eccome. È un romanzo che ha avuto una lunga gestazione per i miei canoni, quasi tre anni, non perché avessi dubbi o difficoltà in merito alla storia, bensì perché non riuscivo a centrare il protagonista, il commissario Umberto De Tullio: risultava o troppo drammatico o troppo comico. Ci sono volute diverse riscritture per trovare un equilibrio, seppur precario, tra i due estremi. E, in fondo, mi piace così, con la sua fallace ed imprevedibile umanità con la quale affronta i problemi di tutti i giorni: dalla madre ingombrante e impicciona - con un insospettabile istinto poliziesco - al suo senso di costante disagio, passando ovviamente per i casi da risolvere che gli si presentano sulla scrivania. Intorno a lui, ruotano personaggi bizzarri ma anche del tutto normali, sopra le righe o dimessi, estroversi fino all'eccesso o riservati, quell'umanità tipica della provincia italiana messa in scena come se si trattasse di una commedia degli equivoci. Perché se c'è un aspetto che è rimasto lo stesso dei romanzi precedenti, è proprio l'umorismo, lo sguardo leggero, ironico e divertito con cui mi piace raccontarla"
LA COPERTINA DEL NUOVO LIBRO DI MARCO GHIZZONI IN USCITA AD APRILE
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Quando esce? Dove sarà possibile acquistarlo?
"Dal 5 aprile, data di uscita in tutte le librerie e gli store on line, mi auguro possa intrattenere e divertire chiunque vorrà leggerlo"
Parliamo del tuo rapporto con la scrittura. Cosa rappresenta per te, che tipo di scrittore sei?
"La scrittura, per me, è innanzitutto piacere e divertimento. Non mi reputo uno scrittore, bensì un narratore, poiché quello che faccio è raccontare storie inventate, ma che traggono ispirazione dalla realtà che mi circonda: eventi vissuti in prima persona o raccontati da altri, persone conosciute, incontrate anche per poco, incrociate per caso, tutto diventa per me materia narrativa che plasmo a mio uso e consumo per veicolare reazioni, emozioni e, qualche volta, anche messaggi. Ho sempre amato leggere e farmi raccontare storie - ancora oggi sono un gran divoratore di libri e podcast - la scrittura è arrivata intorno ai sedici anni, quasi per imitazione, un po' come quando ci si avvicina a uno sport perché si vede praticarlo dai grandi campioni che ammiriamo. L'approccio è quello dell'artigiano, seguo un canovaccio e dei punti fermi da cui dipanare la trama e su cui costruire i personaggi; nulla è dettato dell'ispirazione, semmai dall'intuizione, e da metodo e costanza. Ripeto, senza che manchino mai il piacere della scrittura e le suggestioni dei luoghi"
La tua esperienza come scrittore e il tuo mondo che ti circonda: come vivono la tua attività i membri della tua famiglia, gli amici e i colleghi di lavoro? Il mondo della letteratura: che rapporti hai con gli editori e con gli altri autori?
"Quest'anno sono due lustri dal mio esordio e un po' tutti ci abbiamo fatto l'abitudine. Io in primis, e con me familiari, amici e colleghi. Alla sorpresa, all'entusiasmo e alle emozioni iniziali si è sostituita un'aspettativa da routine, come se io dovessi per forza pubblicare un libro all'anno, come se fosse scontato. Il tempo smorza la fiamma e raffredda gli animi, e questo vale anche per gli editori, disposti a tutto per un esordiente e molto più attendisti con chi ha già pubblicato. Certo, i numeri e il curriculum hanno ancora il loro peso. In questi dieci anni ho incontrato tanti autori e, con alcuni di loro, si è anche creato un rapporto di amicizia; credo che questo dipenda in parte dal fatto che continui a reputarmi e a pormi come un loro lettore e non come un collega. Non nutro alcuna invidia per loro, ma solo una sana ammirazione e, in alcuni casi, gratitudine. Mi è capitato di presentare i loro libri come moderatore, ma anche di presentare i miei insieme ai loro, godendo di un vasto pubblico che ha così potuto conoscere me e i miei romanzi. Cosa volere di più?"
Domanda importante: cosa ti piace leggere? A quali modelli ti ispiri come autore?
"Ci tengo a precisare che sono prima di tutto un lettore, vorace e onnivoro, e poi un narratore, e che senza i libri degli altri non avrei potuto scrivere i miei né passare delle piacevolissime ore in solitudine. Ho letto tantissimi classici e ne leggo tutt'ora, sono almeno 500 i libri essenziali da leggere nella vita e questo richiede tempo, anche perché non disdegno i romanzi contemporanei, tutt'altro. È giusto conoscere ciò che è stato scritto prima di noi, e che ha segnato la letteratura per come la conosciamo, ma anche ciò che viene scritto durante, il che non presuppone che debba per forza piacerci. A differenza di quanto dichiarano in molti, non scrivo ciò che vorrei leggere, perché i miei gusti di lettore sono assai più sofisticati e pretenziosi e spesso molto lontani dalla narrativa che produco. Penso a Klaus Mann, a Drieu La Rochelle, a Laurence Sterne, a Flaubert, a Balzac, a Joyce, ma anche a contemporanei come Busi, Biondi, Mozzi, Permunian, Trevisan, Strukul e Piumini. Poi, certo, tra questi ci sono anche quelli che più hanno influenzato la mia scrittura, non per scelta ma per una sorta di affinità elettiva nella voce, come Guareschi, Chiara, Soldati, King (tutti pensano all'aspetto horror, ma è a mio avviso uno dei più grandi cantori della provincia moderna) e Vitali"
Come ripensi ai tuoi libri precedenti ad anni di distanza?
"Non sono un lettore di me stesso e ripenso ai libri che ho scritto con un certo distacco, tranne alla serie di Boscobasso, quella che mi ha fatto esordire e mi ha dato tante soddisfazioni. Al punto che, a distanza di 8 anni dal terzo romanzo, non la considero chiusa ma soltanto sospesa. Sono particolarmente affezionato ai personaggi e alle loro vicende e mi piacerebbe molto riprenderla e proseguirla"

La Quinta T è una iniziativa editoriale di
Alexandro Deblis Everet Editore
Via Solferino, 4 - Cremona
Direttore Responsabile: Simone Manini
Direttore Editoriale: Fabio Tumminello
Registrazione al Tribunale di Cremona
n°616/2019 del 26 marzo 2019
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Partita IVA: 01653460194

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