Il primo frutto della collaborazione fra il Museo del Violino e il conservatorio Verdi (ne parliamo qui Il Museo del Violino torna a vivere con una grande novità: importante collaborazione col conservatorio Verdi) sarà fruibile dal 22 luglio con l'esposizione presso il museo di un nuovo capolavoro, il violencello Guarneri 1692. Ecco l'annuncio ufficiale:
Da mercoledì 22 luglio sarà possibile ammirare al Museo del Violino un nuovo capolavoro, il violoncello Guarneri 1692. Lo strumento è realizzato da Giuseppe Guarneri filius Andreae ma all’interno è posta una etichetta originale che cita il padre. È affidato al Museo dal Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano, nell’ambito di progetto di collaborazione tra le due Istituzioni. Nei prossimi mesi, infatti si svilupperà un articolato programma con una conferenza ed un concerto, a Milano, con un violino Stradivari del Museo, mentre gli studenti del Conservatorio visiteranno le collezioni cremonesi e parteciperanno ad un workshop con il Maestro Conservatore del Museo, Fausto Cacciatori, sul setup e la corretta manutenzione degli strumenti. Previsti anche momenti di incontro con i Maestri litai contemporanei. Nell’ambito del Distretto Culturale della Liuteria di Cremona il 26 ottobre sarà, infine, organizzato un workshop con studio ed esame diretto del violoncello. Il Guarneri 1692 sarà esposto a Cremona fino a dicembre 2020.
Ed ecco la descrizione dello strumento:
LO STRUMENTO Sub disciplina Andreae Guarneri Giuseppe Guarneri filius Andreae Violoncello, 1692 Strumento opera di Giuseppe Guarneri filius Andreae. Così il de’ Guarinoni: “Vernice rosso sangue di drago magnifica: fattura che prova la maestria dell’artefice sommo, forma maestosa; riccio bellissimo sebbene di vernice diversa”. All'interno di questo interessante violoncello è posta un'etichetta originale, con la dicitura "Sub disciplina Andreae Guarnerij in eius Officina sub titulo S.Teresiae, Cremonae 1692 " Nel 1692 Pietro aveva ormai lasciato, da alcuni anni, la casa paterna, il solo Giuseppe era rimasto a sostenere il lavoro del padre. È proprio il tocco di Giuseppe presente in modo inequivocabile in questo violoncello, così come ci si aspetterebbe di vedere in strumenti suoi di questi anni. Il legno di abete utilizzato per la tavola armonica è di buona qualità, il fondo e le fasce sono in legno di salice, specie molto diffusa nelle Pianura Padana, ma da considerarsi più povero come materiale, rispetto all'acero ben marezzato. La testa del violoncello non originale, è opera del liutaio Ferdinando Garimberti; l'esecuzione della sostituzione è ascrivibile al secondo quarto del ventesimo secolo. Lo strumento è stato restaurato a cura del Conservatorio nel 2004.
Ed ecco qualche nozione sul liutaio che ha creato il capolavoro:
L’AUTORE Giuseppe Guarneri filius Andreae Nell’anno 1689 Andrea (1623-1698), il capostipite dei liutai Guarneri, è al lavoro nella sua bottega, vicinissima a quella di Nicolò Amati. Al suo fianco troviamo solo il figlio Giuseppe (1666-1740); il figlio maggiore Pietro (1655-1720), liutaio e violinista, aveva lasciato la città pochi anni prima per trasferirsi a Mantova. Andrea non gradì l’abbandono da parte di Pietro e nel testamento del 1692 lascia a Giuseppe tutti li ferri, legni ed altri istrumenti concernenti l’esercizio di liutario violinario e chitarraro (…) atteso che gli sempre stato obbediente e non li ha mai abbandonato. Così è ricompensata la fedeltà di Giuseppe, che ricorderà sempre il padre sulle sue etichette al punto che nei secoli a venire sarà noto come “Giuseppe figlio di Andrea”. La prassi dell’epoca delle botteghe cremonesi prevedeva il nome del padre sulle etichette fino alla sua morte, anche quando a costruire lo strumento era uno dei figli. […] Giuseppe lavorerà fino all’inizio del terzo decennio del Settecento, quando una grave malattia gli impedirà di continuare a costruire strumenti; saranno i figli Pietro (1695-1762), trasferitosi a Venezia, e Bartolomeo Giuseppe detto del Gesù (1698-1744) gli ultimi liutai a proseguire l’attività di famiglia. Sulle etichette di Andrea, Pietro “di Mantova” e Giuseppe si legge la dicitura sub tit. Sanctæ Teresiæ: il riferimento a Santa Teresa, riformatrice dei Carmelitani, rimanda al convento di questo ordine a Cremona, annesso alla chiesa di S. Imerio. I Carmelitani protettori dei Guarneri? L’interessante ipotesi è stata avanzata in tempi recenti; potrebbe quindi non stupire la scelta di Andrea di predisporre il suo testamento proprio presso il convento dei Carmelitani. Testo tratto da: Fausto Cacciatori, Lo Scrigno dei Tesori, Edizioni MdV, (II ed - 2017)