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COMUNICATO STAMPA

Prosegue la Stagione d’Opera del Teatro A. Ponchielli con Andrea Chénier di Umberto Giordano, in scena venerdì 29 novembre (ore 20.00) e domenica 1° dicembre (ore 15.30).

L’opera debuttò alla Scala a Milano nel marzo del 1896 riscuotendo un grandissimo successo, grazie all’autore del libretto, Luigi Illica, che aveva saputo trasformare in una tragedia ardente la biografia del poeta francese André Chénier vittima della Rivoluzione francese, e a Giordano che scrisse una musica ricca di straordinari brani.

Una imponente produzione, che coinvolge i Teatri di OperaLombardia, insieme a il Teatro Verdi di Pisa, al Teatro del Giglio di Lucca e al Teatro Sociale di Rovigo, vede la regia di Andrea Cigni, mentre la direzione dell’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano è affidata al il M° Francesco Pasqualetti, direttore poliedrico ed eclettico, il cui repertorio spazia da Mozart a Nino Rota, passando per gli autori meno eseguiti del Novecento storico italiano.

 

In allegato il programma di sala

 

Nel lavoro di regia su Andrea Chénier ho cercato di far dialogare la dimensione sociale con quella intima, dando vita ai personaggi con profondità e realismo. Il contrasto tra le classi sociali, sconvolte dalla Rivoluzione Francese, è centrale, ma viene vissuto attraverso le emozioni e i conflitti personali dei protagonisti.

La scenografia assume un ruolo chiave nel raccontare questa evoluzione: inizialmente, si presenta con un'immagine quasi oleografica e idealizzata del mondo aristocratico, dove il lusso e l’eleganza suggeriscono un’illusione di stabilità e ordine, dove i vizi della nobiltà e l’insipienza dei nobili vengono caricati quasi all’eccesso. Tuttavia, sotto la superficie, si avverte il fermento del cambiamento. Con l'ingresso del popolo e l’avanzare della rivoluzione, l’estetica si fa via via più cruda e realistica, riflettendo la violenza e il caos del collasso del vecchio regime. Questo progressivo disfacimento visivo accompagna l’intensificarsi della storia d’amore tra Chénier e Maddalena, che si sviluppa in parallelo al crollo delle vecchie strutture sociali.

 Il lavoro con i cantanti si concentra così su una recitazione vera, mai teatrale nel senso tradizionale, in cui i personaggi sono visti non come figure ideali o archetipi, ma come persone complesse, in grado di esprimere un ventaglio di emozioni sottili e vere, seguendo una narrazione più intima e coinvolgente: l’attenzione ai dettagli espressivi e alle dinamiche tra i solisti, alternati a scene corali che esplodono in energia e pathos, rafforzano il contrasto tra la dimensione pubblica della rivoluzione e quella privata delle storie d’amore e di sofferenza. I personaggi evolvono nel corso della storia. Come nel caso di Maddalena che da adolescente diventa donna e amante appassionata, fino alla scelta della morte con Chénier, prendendo su di sé la responsabilità di una storia d’amore difficile e quasi impossibile o Gérard che da servo indolente e insofferente, diventa una sorta di carnefice, uno Scarpia pucciniano, per poi mostrare tardivamente un lato umano e compassionevole. Nel quarto quadro, quando il destino dei protagonisti è ormai segnato, la scenografia si spoglia di realismo per assumere una valenza simbolica. La prigione in cui Chénier e Maddalena si incontrano per l’ultima volta diventa un luogo mentale ed emotivo, un limbo che trascende la realtà storica. A questo punto, la storia d’amore tra i due protagonisti raggiunge una dimensione universale: non è più solo la vicenda di un poeta e di una nobildonna, ma una rappresentazione simbolica della lotta per la sopravvivenza dell’umanità e della bellezza in un mondo di crudeltà e violenza. La regia cerca di abbracciare una visione astratta e poetica, in cui i fatti storici lasciano spazio a una riflessione più ampia sulla condizione umana. Unendo realismo e simbolismo, Andrea Chénier diventa così non solo un’opera storica, ma una potente rappresentazione emotiva, capace di dialogare con il pubblico contemporaneo attraverso una recitazione profonda e una visione registica che supera la ricostruzione storica per abbracciare tematiche universali e senza tempo (note di regia di Andrea Cigni).

 

 

venerdì 29 novembre ore 20.00

domenica 1° dicembre ore 15.30

 

ANDREA CHÉNIER

Opera lirica in quattro quadri. Libretto di Luigi Illica
musica di Umberto Giordano

 

Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 28 marzo 1896

 

Andrea Chénier
Angelo Villari
Carlo Gérard
Angelo Veccia
Maddalena di Coigny
Maria Teresa Leva (29/11)

Federica Vitali (1/12)
Bersi
Shay Bloch
La Contessa di Coigny/Madelon
Alessandra Palomba
Roucher
Alessandro Abis
Pietro Fléville/ Mathieu
Fernando Cisneros
Un Incredibile/

L’Abate poeta
Marco Miglietta
Fouquier Tinville/

Schmidt
Gianluca Lentini
Il maestro di casa/Dumas
Davide Cucchetti
personaggi ed Interpreti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

direttore Francesco Pasqualetti

 

regia Andrea Cigni

 

scene Dario Gessati - coreografie Isa Traversi

costumi Chicca Ruocco - luci Fiammetta Baldiserri

 

assistente alla regia Luca Baracchini

assistente alle scene Maddalena Moretti 

assistente ai costumi Federico Ghidelli

 

ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI

CORO OPERALOMBARDIA

maestro del Coro Massimo Fiocchi Malaspina

 

Coproduzione Teatri di OperaLombardia, Teatro Verdi di Pisa,

Teatro del Giglio di Lucca e Teatro Sociale di Rovigo

Nuovo allestimento