Storia cremonese

L'insurrezione del marzo 1853: quando i patrioti di Cremona si scambiavano messaggi segreti al mercato (e le spie austriache provavano a incastrarli)

Nel 1853 Cremona ferveva di ideali e di voglie represse. La città infatti era ancora assoggettata agli Asburgo austriaci, che erano riusciti a riprendere il controllo della situazione dopo i fatti del 1848, quando per un breve periodo Cremona passò sotto il controllo piemontese. In città il ricordo di quelle vicende era vivissimo e anche se molti capi dei movimenti patriottici erano stati allontanati, era ancora forte il movimento mazziniano. Ebbene, è curioso pensare che il luogo di ritrovo per scambiarsi informazioni, vitali per una associazione clandestina che vuole rovesciare il regime, era il mercato cittadino che all'epoca si teneva in "piazza Piccola". 

In effetti, se ci pensate, quale luogo migliore di un luogo affollato per passare inosservati? Gli austriaci però si accorsero della cosa e iniziarono a piazzare spie in borghese. Pensateci, immaginate di passeggiare ora per i banchi del nostro mercato e di andare col pensiero a quei momenti, quando davanti a quei banchi si alternavano patriottici cospiratori e spie austriache. Alla fine, nella notte fra il 2 e il 3 marzo 1853 ci fu un insurrezione di gruppi armati e una sentinella austriaca fu uccisa. Il comandate della piazza, Alth, era però ben organizzato e riuscì a tenere in pugno la situazione e nei giorni successivi emise un duro monito minacciando di arresto chiunque semplicemente portasse il cappello alla "montagnarda" (berretto tipico di uno dei gruppi che avevano dato vita alla Rivoluzione Francese, i montagnardi appunto). Sul tema sempre istruttivo leggere il bel libro dedicato al Risorgimento cremonese da Fiorino Soldi ormai tanti anni fa (provate a cercarlo in libreria se siete interessati e ve lo recupereranno)

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