Storia cremonese

1981-1996: la storia di Mondo Padano, prima alternativa storica a "La Provincia"

Nel 1981 Cremona registra una importante novità editoriale. Antonio Leoni, che era stato direttore de "La Provincia" ma che non andava più d'accordo con la direzione del giornale, fondò insieme a Gian Curtani, altro giornalista con un passato importante ne "La Provincia", "Mondo Padano", settimanale cartaceo. Inizialmente sostenuto da un gruppo di amici, il giornale fece il salto di qualità nel 1982 con l'arrivo di Giovanni Arvedi che acquisì il giornale: l'imprenditore, che si stava affermando in quegli anni, stava cercando uno sbocco nel mondo editoriale (in quegli anni divenne anche proprietario del Corriere della sera) e trovò la situazione ideale con Mondo Padano. Grazie alla solidità e ambizione della proprietà, alla professionalità di Leoni (carattere difficile ma qualità giornalistiche eccelse) che propose negli anni inchieste di grande valore, alla crescita di una squadra di giovani giornalisti di talento (molti di loro ancora oggi sono sulla breccia nel mondo giornalistico locale), il giornale riuscì ad affermarsi (grazie anche ad una grafica innovativa e riuscitissima). Una delle chiavi era il giorno di uscita: "La Provincia" non usciva il lunedì (sì, aveva il giorno di riposo: era un altro mondo...) e "Mondo Padano" riempì il vuoto. Fu un grande successo (tutti i cremonesi lo leggevano) e per anni fece una concorrenza seria a "La Provincia" che per la prima volta perse il monopolio dell'informazione cartaceo dopo decenni e forse anche per questo iniziò a svecchiarsi. Il giornale durò un quindicennio poi nel 1996 i problemi finanziari di Arvedi (che aveva vissuto un momento complicato per ragioni complesse, poi superato e messo alle spalle, ma aveva per questo motivo dovuto "lasciare andare" il giornale) portarono all'assorbimento da parte de "La provincia": la testata fu rilevata e, dopo qualche passaggio, "fatta sparire" (si trattava di eliminare un concorrente per il quotidiano). Una decina d'anni fa Arvedi ha riesumato il suo gioiello, per un breve periodo riproponendo Antonio Leoni alla sua guida prima di un addio burrascoso: i tempi però sono cambiati e oggi un settimanale cartaceo non ha più un pubblico di massa ma un pubblico di nicchia. 

Approfitto per dedicare un ricordo affettuoso ad Antonio Leoni, mio maestro nell'esperienza al Vascello dal 2007 al 2013: aveva un carattere difficile e molti lo avevano in antipatia ma è stato un inviato speciale per grandi testate internazionali (anche in scenari di guerra) ed era un maestro di giornalismo da cui imparare. 

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