Storia cremonese

1979: l'unico sequestro di persona nella storia di Cremona

Riccardo Aldighieri è stato un uomo stimato e di successo nella Cremona novecentesca. Industriale affermato, gestiva i marchi Iveco e Om a Cremona e aveva anche un magazzino fornitissimo di ricambi. Era stato anche presidente della Cremonese negli anni quaranta. Nel 1979, ormai 84enne, fu al centro di una delle vicende di cronaca nera più clamorose della storia di Cremona. Erano gli anni dei sequestri di persona, una piaga che ha afflitto l'Italia per anni con decine e decine di casi, non tutti finiti bene. Il 26 ottobre del 1979 Riccardo Aldighieri esce dalla sua azienda in via Dante e si avvia verso la sua abitazione in Viale Trento e Trieste. Si appresta ad accedere al suo automezzo, una Ford Escort bianca, quando una Bmw grigia lo affianca, con a bordo quattro uomini col volto coperto da un cappuccio: uno scende e ghermisce Aldighieri avvolgendone il volto con una coperta per poi gettarlo nella Bmw. I malviventi ripartono a forte velocità, vengono anche intercettati da una volante della polizia nella zona di Pandino ma il mezzo della polizia è più lento e viene seminato. La polizia indaga e ricostruisce subito i fatti grazie anche alla testimonianza di un operaio che stava bevendo il caffè in via Dante e ha visto tutto (ha anche avvisato gli impiegati della ditta che hanno allertato le forze dell'ordine immediatamente). Aldighieri però ha 84 anni e soffre di cuore e di diabete, c'è timore per le sue condizioni in prigionia. Il medico dell'industriale lancia un appello ai malviventi perché gli somministrino i farmaci di cui ha bisogno (li deve assumere necessariamente). I giornali nazionali seguono la vicenda, la famiglia vive ovviamente ore di angoscia. Dopo qualche giorno i sequestratori si fanno vivi e chiedono un riscatto ingente: 3 miliardi delle vecchie lire. C'è una trattativa, ovviamente difficile, si riesce a far abbassare la cifra a 750 milioni di lire che vengono pagati in una piazzola della tangenziale di Milano. Aldighieri viene liberato nelle campagne del mantovano l'11 novembre dopo 16 giorni di prigionia (fortunatamente un periodo breve, ci sono sequestrati che hanno trascorso mesi e perfino anni nelle mani dei sequestratori) e torna a casa ma le conseguenze del sequestro si faranno sentire sul suo cuore già sofferente. A oggi è l'unico sequestro di persona compiuto per ottenere il pagamento di un riscatto nella storia di Cremona.

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