Voglia di Arte

Erik Ludvig Henningsen e l'esplorazione delle potenzialità dell'arte: farci emozionare e farci riflettere

Un dipinto ci può emozionare, ci può colpire, ci può dare piacere ma ci può anche fare riflettere. Erik Ludvig Henningsen, artista danese vissuto fra la seconda metà dell'ottocento e il primo trentennio del novecento, lo sapeva bene ed era in grado di manifestare il suo talento in vari modi, facendoci emozionare o facendoci riflettere a seconda dei casi.

Non a caso, è famoso per un manifesto pubblicitario, un poster disegnato per la Tuborg a inizio novecento e diventato iconico. Un'opera frivola ma capace comunque di colpirci.

tuborg.jpg

IL MANIFESTO PUBBLICITARIO PER LA TUBORG

Esaminiamolo. Una famiglia si ritrova sfrattata in un giorno di inverno, al freddo e con la neve che copre le strade. Possiamo sentire il freddo che ci entra nelle ossa...Il dipinto è realista: vuole tratteggiare la realtà per quella che è, farci vedere il volto della disperazione e dell’ingiustizia, il ritratto di una famiglia povera che non trova comprensione e solidarietà in una società spietata.

L’uomo, il padre di famiglia, discute con un poliziotto: l'agente è il rappresentante del potere, in divisa, con in mano qualcosa, forse un documento o un quadernetto, a sottolineare la sua funzione burocratica. Esegue in modo inflessibile le leggi, formalmente è nel giusto ma appare indifferente al dramma umano della famiglia.

Sullo sfondo un gruppetto di persone, in lontananza, apparentemente ben vestite, discutono fra loro: la vita va avanti, la società ha altro a cui pensare. Due lavoratori in primo piano osservano la scena, incuriositi ma anche inerti, incapaci di fare qualcosa per aiutare quella famiglia.

sfrattati.jpgù

GLI SFRATTATI

La famiglia è infatti sola ad affrontare il suo dolore e la sua disperazione. L’uomo ha ancora la forza di combattere e confrontarsi col potere, il resto del gruppo è già nella neve, rassegnato. Hanno con loro i pochi beni che gli appartengono, ritratti minuziosamente: sono oggetti di uso quotidiano, in legno, non preziosi. Spicca un ritratto di un uomo in divisa: forse il re, quasi a sottolineare che la famiglia ha sempre rispettato le gerarchie e l'ordine sociale.

Le donne indossano calzature inadatte al freddo, in primo piano c’è la donna più anziana che è la più importante del gruppo: per esperienza sa già che il suo destino è di sofferenza, ha uno sguardo triste, assente, di chi si è arreso e non spera più, a differenza delle altre due donne che osservano l’uomo sperando nel miracolo che non arriverà. 

Ora esaminiamo un dipinto più tardo “lantern lighter”, che si potrebbe tradurre “L’accensione della lanterna”. E’ una scena di vita comune, probabilmente all’imbrunire, in una città anonima. Due donne portano dei pesi, in primo piano. Sullo sfondo, c’è chi chiacchiera e chi osserva stancamente dei manifesti. Le due donne sembrano avere l’espressione affaticata di chi ha lavorato pesantemente, i due soggetti che parlano sullo sfondo sembrano essere in confidenza fra loro, l’uomo che legge i manifesti si piega, probabilmente assorto nella lettura.

lampada.jpg

L'ACCENSIONE DELLA LANTERNA

In pochi tratti, sappiamo molte cose sui protagonisti. La scena però, sarebbe banale, anonima. Un uomo, però, accende un lampione in primo piano: la sua luce è come una scintilla, si riverbera sul legno e sugli oggetti che le due donne stanno portando a casa e rimbalza fino allo sfondo, nelle luci di finestre lontane.

E’ una luce calda in una scena fredda, una scintilla che porta interesse e vita dove c’era grigiore. E’ la luce dell’arte e dell’emozione che rende interessante ciò che interessante non era. La scintilla che accende la nostra vita.

Voglia di... è un iniziativa editoriale di
Alexandro Deblis Everet Editore
Via Solferino, 4 - Cremona
Direttore Responsabile: Fabio Tumminello
Registrazione al Tribunale di Cremona
n°616/2019 del 26 marzo 2019
Provider: Serverplan
Partita IVA: 01653460194

Consulta la Privacy Policy