Voglia di Arte

La Musa di Botticelli, tra leggenda e realtà

Una delle figure più note della Firenze rinascimentale è Simonetta Cattaneo in Vespucci. Figlia di una nobile famiglia genovese, molto bella, a 16 anni va in sposa a Marco Vespucci e diventa protagonista della vita sociale fiorentina dove colpisce tutti per grazia e bellezza.

Nel gennaio 1475 un torneo a Santa Croce vede come premio uno stendardo che riproduce una Atena ispirata a Simonetta, realizzato dal Botticelli. Lo stendardo è accompagnato dalla scritta “la senza paragoni”. Il torneo lo vince Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico, a quanto pare innamorato di lei e secondo alcuni suo amante. Di certo le dedica la vittoria. Solo un anno dopo Simonetta muore di tisi o forse di peste. Il suo ricordo vive nell’opera degli scrittori (per esempio il resoconto del torneo del 1475 è tratto da uno scritto del Poliziano) e degli artisti.

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Botticelli infatti aveva una predilezione per lei (anche qui c’è chi sostiene fosse innamorato ma non è facile provarlo sul piano storico) e pare l’abbia usata come ispirazione per alcune sue opere immortali: la “Venere” e la “Primavera”. Botticelli fu anche sepolto vicino a lei una volta morto anche se la tomba di Simonetta è stata cancellata da una delle piene dell’Arno.

La sua leggenda è stata rilanciata dallo sceneggiato di successo dedicato ai Medici anche se alcuni studiosi ne contestano alcune scelte di ricostruzione storica. Di certo la sua bellezza e grazia ha lasciato il segno e ne ha fatto un mito senza tempo.

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