Leonardo e il "San Girolamo penitente": ciò che sappiamo, ciò che vediamo, ciò che sentiamo...

Ci sono tantissime cose che non sappiamo su questo dipinto...

Sappiamo però che è di Leonardo...

Sappiamo che rappresenta San Girolamo...

Sappiamo che davanti alla sua figura possiamo ammirare il leone a cui, secondo la tradizione, San Girolamo ha estratto una spina dalla zampa, guadagnandosi la sua amicizia...

Sappiamo che tiene nella mano destra il sasso con cui si percuoteva il petto in segno di penitenza...

Sappiamo che San Girolamo è immerso in un panorama naturale tipico di Leonardo, col santo al centro, protagonista, fulcro del dipinto e oggetto principale del nostro sguardo...

Sappiamo che San Girolamo veste di stracci: un eremita, un uomo che cerca la riflessione, il rapporto con Dio, non distratto dai beni materiali...

Sappiamo che Leonardo mostra conoscenza dell'anatomia umana: dipinge muscoli, tendini, torsioni e movimenti. Dipinge un volto assorto in contemplazione di un crocifisso che non c’è, perché questa è una delle tante opere incomplete che ci ha lasciato Leonardo...

Tutte queste cose, che sappiamo, sono descrittive...

L’arte però parla ai nostri sensi, risveglia le nostre emozioni, prima ancora di comunicare col nostro cervello...

Guardate questo volto, guardate i suoi occhi, guardate la sua tensione muscolare che si esprime e trasmette nel collo: c’è sofferenza ma c’è anche qualcosa di mistico, un principio di estasi...

C’è un uomo che è come se stesse lottando per uscire dai confini della sua materialità per poter tendere al divino, il suo collo si contorce nello sforzo...

C’è un santo che cerca Dio, ma in fondo questa è la storia dell’uomo e della tensione fra dimensione spirituale e dimensione materiale...

Il corpo è forte, i muscoli sono dettagliati, i tendini sono in rilievo, ma l’anima di San Girolamo è una nuvola di energia che mette alla prova il corpo...