Voglia di Arte

La serenità dell'Erote dormiente: dolcezza per spazzare via la tristezza

Gli Eroti dormienti erano dei putti, degli amorini, dolci creature rappresentate in sonno distese sopra una pelle di leone, una figura utilizzata dai romani nell’arte funeraria specialmente nelle tombe dei bimbi.

Ammiriamo questo Erote dormiente che si trova agli Uffizi di Firenze: nella mano stringe fiori di papavero, notoriamente legati alla produzione di sonnifero. Sono il simbolo della provvisorietà del torpore, come se la morte fosse un sonnellino, serbando nel cuore una speranza di rinascita.

C'è poi una farfalla: è il simbolo dell'anima e non a caso riprende nella sua posa la figura dell'Erote. Il nostro sguardo cala poi sul putto: il suo corpo è adagiato, in una torsione aggraziata, dolce, serana. Il suo corpo non appare perfetto, potrebbe essere quello di un bimbo reale. Dorme, appoggiato sul braccio sinistro, con una espressione pacifica, immerso in un sonno profondo ma tranquillo.

I suoi capelli danno il senso del movimento e cadono in boccoli vezzosi, quasi una concessione alla vanità. Potrebbe essere il figlio di una matrona antica come di una madre moderna, è senza tempo. A colpirci è la sua delicatezza: trasmette un senso di serenità inalterabile, scolpita per sempre nell’eternità del marmo. Un genitore in visita al sepolcro di un figlio mancato prematurametne, osservando una figura come questa, poteva riassaporare il ricordo della prole perduta e trovare un po' di quiete.

L'Erote dormiente, infatti, combatte la tristezza con la dolcezza.

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