Marc Chagall e “OVER THE TOWN”: l'amore ti fa volare...

I pittori, i grandi artisti, gli uomini d’arte, sono prima di tutto e sempre uomini. Vivono, soffrono, amano. Sono le esperienze che costruiscono la loro vita a determinare il loro percorso artistico: nell’arte si esprimono i bisogni più profondi delle nostre anime, si parla con l’anima e alle anime. Marc Chagall era un pittore, un grande pittore. Prima di tutto, però, era un uomo, dai sentimenti profondi e delicati. Per capire la sua arte, bisogna prima capire l’uomo.

I punti forti della sua vita sono stati due:

La sofferenza e la discriminazione perché era nato in una famiglia di origine ebraica in Russia in una epoca difficile (il suo villaggio era stato a attaccato e dato alle fiamme in coincidenza con la sua nascita)

L’amore: pur nelle difficoltà ha sempre reso migliore la vita di Marc. Da bambino era quello della famiglia, numerosa e punto di riferimento imprescindibile. Da adulto, era quello di Bella: dal primo momento che l’ha vista fino al suo ultimo respiro ha amato teneramente una donna che condivideva il suo amore per l’arte (amava scrivere) e che sapeva completarlo ed elevarlo dalla condizione umana come solo un amore compiuto riesce a fare

Scriveva Bella:

“Non muoverti, resta dove sei….Non riesco a stare ferma. Ti sei gettato sulla tela che vibra sotto la tua mano. Intingi i pennelli. Il rosso, il blu, il bianco, il nero schizzano. Mi trascini nei fiotti di colore. Di colpo mi stacchi da terra, mentre tu prendi lo slancio con un piede, come se ti sentissi troppo stretto in questa piccola stanza. Ti innalzi, ti stiri, voli fino al soffitto. La tua testa si rovescia all’indietro e fai girare la mia. Mi sfiori l’orecchio e mormori…”

Un volo, un innalzarsi dalla realtà terrena che Marc viveva come una realtà ogni attimo a fianco della sua Bella. Marc lo ha reso nei suoi quadri, nelle sue opere

“Over The town” è una poesia fatta di colori, un inno alla sua Bella e all’amore che li univa. Il quadro è diviso in due sezioni. In basso c’è Vitebsk, la città di provincia dove Chagall ha vissuto a lungo. E’ una città squadrata, razionale, fredda. Non c’è vita, i colori sono chiari ma spenti. Unica eccezione una casa rossa: un riferimento alla casa natale di Chagall, il luogo dove è cresciuto, il luogo dell’affetto, della famiglia non come gruppo di persone unito dalla genetica ma dall’affetto

Sopra c’è una coppia in volo. Sono Marc e Bella. Sono indifferenti alla città sotto di loro, al mondo sotto di loro. Sono in volo, uniti al punto che i corpi si confondono e si fondono, perché quando ci si ama davvero si è una cosa sola. Lei protende la mano fiduciosa nella presa di Marc, una presa ferrea ma dolce. Entrambi sognano fluttuanti. I colori dei loro vestiti sono scuri per marcare il distacco dalla realtà sottostante: la vita noiosa della città non li interessa, esiste solo il loro amore

Il quadro è volutamente schematico: le case e la città sono abbozzate, i dettagli non sono delineati con cura, il cielo è quasi una foschia. E’ un modo per sottolineare la dimensione del sogno ma è un sogno che parte dalla realtà: è l’amore fra Marc e Bella che fa staccare dalla materialità e dà forza alla immaginazione, all’amore che è così potente da dissolvere la realtà stessa

Quando Bella morirà Marc disperato scriverà:

“Per anni il suo amore ha influenzato la mia pittura… Bella scriveva come viveva, come amava, come accoglieva gli amici. Le sue parole, le sue frasi sono una patina di colore sulla tela… Le cose comuni, le persone, i paesaggi, le feste ebraiche, i fiori – questo era il suo mondo, questi erano i suoi soggetti… Poi a un tratto, un rombo di tuono, le nuvole si aprirono alle sei di sera del 2 settembre 1944, quando Bella lasciò questo mondo. Tutto è divenuto tenebre”

Senza di lei il mondo era tenebre, con lei era un magico volo nel cielo. La forza dell’amore...