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Sono sicuro che avete visto questa anfora: in qualche libro, in qualche immagine, magari in un documentario ma di certo è comparsa davanti ai vostri occhi, prima o poi. Si tratta di un reperto molto antico: risale infatti al sesto secolo avanti Cristo. Gli studiosi l'hanno attribuita a Exekias, un maestro rinomato, ed è conservata nei Musei Vaticani. L'artefice, Exekias, l'ha realizzata utilizzando la tecnica “a figure nere”, ben nota.

I dettagli tecnici però non mi appassionano: guardiamola meglio quest'anfora, guardiamola da vicino. Sull'anfora possiamo ammirare le figure di due guerrieri e Exekias ci fa capire chi sono: l’anfora reca infatti delle scritte, sono Achille e Aiace, personaggi mitologici, eroi eccezionali. I due stanno giocando, la loro attenzione è tutta concentrata sulla tavola che si trova in mezzo a loro: probabilmente stanno giocando a dadi, o a qualche altro gioco che implica l’uso dei dadi (o forse giocano con gli astragali?). Le scritte ci soccorrono ancora: “quattro” e “tre” campeggiano, numeri che ci suggeriscono l’esito del lancio del dado.

Exekias voleva dirci chi sono e cosa stanno facendo, in modo esplicito, ma dialoga con noi anche attraverso le immagini. Achille e Aiace stanno giocando, ma sono armati: Achille indossa addirittura l’elmo che Aiace invece ha appoggiato. Siamo nell’immediata vigilia della battaglia o magari in una pausa della stessa, di certo la guerra aleggia su questa scena.

Eppure, i due combattenti trovano un momento per giocare: la guerra non li sconvolge, fa parte della loro quotidianità eroica. Achille è leggermente più imponente, l’elmo gli permette di sovrastare fisicamente Aiace. Aiace tradisce un piccolo segnale di nervosismo o di tensione: il suo tallone è leggermente rialzato, mentre quello di Achille è ben piantato a terra.

In questa scena, tratta probabilmente da qualche tradizione orale, c’è un mondo: c'è il guerriero eroico che fa della guerra una parte integrante della sua vita ma al tempo stesso c'è anche l’uomo che nella sua semplicità ama il gioco (elemento che nella cultura greca aveva una grande importanza).

Doti divine e debolezze umane: nella mitologia greca l’eroe si trova a metà fra divinità e umanità e Achille e Aiace sono due eroi fino in fondo, divini e umani contemporaneamente.