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“La condizione umana”, René Magritte, anni trenta

René Magritte è un pittore surrealista ma ogni pittore ha un suo stile e quanto è diverso Magritte da Salvador Dalì, l'altro grande campione del surrealismo. Osservate questo dipinto, "La condizione umana", opera firmata da Magritte negli anni trenta (olio su tela, esiste un secondo celebre dipinto raggruppato sotto le stesso titolo e che tratta gli stessi temi, realizzato da Magritte un paio d'anni dopo l'originale). 

Non vediamo figure fantastiche e oniriche, a prima vista potremmo pensare di stare osservando un semplice paesaggio naturale dalla finestra. Guardiamo meglio, guardiamo insieme.Davanti alla finestra, in controluce per stagliarsi meglio, ci sono le gambe di un cavalletto. Se osserviamo la finestra notiamo sulla destra i bordi di una tela e anche a sinistra il bordo si sovrappone alla tende e sopra possiamo notare il vertice del cavalletto.

Stiamo osservando una finestra ma davanti a noi c’è un dipinto. Siamo tratti in inganno perché il dipinto rappresenta il paesaggio, si inserisce nella nostra visione e sembra che non ci sia distinzione fra dipinto e paesaggio.

Guardiamo meglio, ancora. Magritte prima di tutto distingue bene la stanza dove ci troviamo dal paesaggio che osserviamo dalla finestra. Come? I toni: le tende, il pavimento, ciò che è nella stanza è dipinto con toni caldi, ciò che percepiamo fuori dalla finestra è dipinto utilizzando toni freddi.

Osserviamo ancora: la stanza sembra avere un movimento che corre da destra verso sinistra, il paesaggio sembra invece correre nel senso opposto. È solo una percezione, giocata sui dettagli e i particolari, le linee che inviano messaggi ai nostri sensi e a volte li ingannano.

Percezione…noi percepiamo il mondo e la sua realtà attraverso i sensi ma siamo sicuri che il mondo sia fatto come lo percepiamo?

Guardiamo il dipinto: rappresenta il paesaggio, ciò che vediamo dalla finestra. Ne siamo sicuri però? Chi ci garantisce che la porzione di paesaggio nascosta dal dipinto non sia diversa, che non ci siano figure umane per esempio...

La nostra mente elabora le informazioni che riceve e ricostruisce un mondo nel nostro Io e in base a quello noi agiamo, ma non abbiamo mai la certezza che sia davvero quello il mondo che esiste fuori da noi.

Magritte vuole farci riflettere. Parte da un elemento reale e per non distrarci lo rappresenta anche semplicemente: linee facili e comprensibili, colori quasi banali. Vuole che ci concentriamo su quel dipinto e sul suo rapporto col paesaggio, vuole che pensiamo, che riflettiamo sulla realtà e sulla percezione che ne abbiamo.

Vuole che ci rendiamo conto che ciò che per noi è razionale e semplice nasconde la dimensione del sogno: come possiamo essere certi di ciò che ci circonda? È un dipinto che ci fa riflettere e ci pone domande, con semplicità, mettendoci di fronte alla nostra condizione, quella di creature che vivono perennemente in bilico fra realtà, percezione e rappresentazione mentale.

Una ambiguità ineliminabile...

Appunto, “La condizione umana"!