
Voglia di Cinema
The Wrestler: della carne e dello spirito
- Mar 15 Set 2020
ATTENZIONE Se non avete visto il film contiene spoiler
Sono un vecchio pezzo di carne maciullata. E sono solo. E me lo merito di essere solo
"The Wrestler" è un magnifico film del 2008 di Darren Aronofsky che racconta l'autunno di un vecchio campione di wrestling, ormai malridotto, incapace di dimenticare il passato, incapace di uscire dalla sua dimensione di lottatore, incapace di rimediare ai continui fallimenti della sua vita affettiva che lo hanno lasciato in totale solitudine. La sua salute peggiora e si rende conto che continuando a salire sul ring potrebbe morire ma non riesce a smettere. Ci prova ma non ci riesce...
Il film corre su due dimensioni: carne e spirito. La carne è quella di Randy Robinson, "The Ram", il protagonista, grande wrestler anni ottanta ma ormai solo "un vecchio pezzo di carne maciullata". E' anche però la carne di Mickey Rourke, attore che interpreta in modo eccelso Randy e che però interpreta anche sé stesso: pochi film sembrano raccontare la storia dell'attore che lo interpreta come questo, dalla gioventù da sex symbol al decadimento ai tentativi di resurrezione...
La carne è anche quella di una Marisa Tomei, Cassidy nel film, pronta a innamorarsi di Randy ma anche ballerina che per vivere vende il proprio corpo, la propria carne. Entrambi usano la carne per vivere, entrambi sono in declino, entrambi sono tristi, ma c'è una differenza: Marisa ha abbastanza carattere per provare a reagire e sarebbe pronta a iniziare una nuova vita con Randy se lui fosse disponibile, Randy però non riesce.
"Questo è l'unico posto dove non mi faccio del male"
Per tutta la vita la sua dimensione è sempre stato il ring dove l'affetto della gente lo faceva sentire amato, importante, necessario. Fuori dal ring la sua vita è stata un disastro: troppo debole, troppo fragile per reggere il peso delle responsabilità, ha fallito con la famiglia (sua figlia non ha un rapporto con lui) e in ogni altro ambito della vita affettiva.
Ora che è alla fine, ora che vede la morte (un infarto lo ha colpito e dovrebbe smettere ma appunto non riesce: il ring è la sua vita, "l'unico posto dove non mi faccio male", l'unico posto dove riesce a farsi amare, combatterà ancora anche se questo significherà la sua morte e lui lo sa) prova confusamente e con difficoltà a uscire dalla sua solitudine, una condizione che gli pesa ma che sa anche di essersi meritato per i suoi errori e le sue debolezze...
Ci prova ma non ci riesce: sbaglia ancora, ha paura, non riesce a vivere nella vita di tutti i giorni dove è una persona come tutti gli altri e non l'uomo al centro dello show. E' troppo normale per lui....La sua carne è forte e non sente i colpi, ma il suo spirito è debole...
In questo è molto umano, un peccatore come tanti: The Ram ha il ring come luogo sicuro, quanti altri esseri umani scappano dalle responsabilità, dalla paura di non essere all'altezza e a modo loro si costruiscono un luogo sicuro che può essere il ring, un luogo, magari un lavoro o perfino una persona, un modo comunque per scappare..
Alla fine perde ancora una volta sua figlia e scappa dal rapporto con Cassidy, che pure ama a modo suo, perché ha bisogno di rifugiarsi sul ring, perché è l'unico posto dove si sente amato, l'unico dove si sente realizzato, perché "Se vivi sempre al massimo e spingi al massimo e bruci la candela dai due lati ne paghi il prezzo prima o poi. Sapete, nella vita si può perdere tutto ciò che si ama e tutti quelli che ci amano. Infatti non ci sento più come una volta, dimentico le cose, e non sono bello come un tempo. Però, maledizione, sono ancora qui, e sono "The Ram".
E' ancora The Ram per una sola ultima volta e per una sola ultima volta userà ancora la sua carne perché la gente lo ami e gridi il suo nome: uno sguardo alla folla, cercando Cassidy (la vita che avrebbe voluto avere ma che non è in grado di reggere) e poi un tuffo nel vuoto a volo d'angelo, contro il suo avversario, contro le sue debolezze, contro la morte che sta arrivando...
"Questo è l'unico posto dove non mi faccio del male" neppure se la morte viene a farmi visita...