Voglia di Cinema

Un pozzo profondo come i demoni dell'anima: “Il petroliere” e un inizio stordente

Iniziare un film quasi senza parole, senza dialoghi, solo con la forza delle immagini, della natura, di un pozzo e dei corpi, anzi di un corpo.
Un azzardo, quasi una pazzia, ma non se il film è “Il petroliere”, non se l’attore si chiama Daniel Day Lewis (attore M-O-S-T-R-U-O-S-O).
I primi minuti del film sono il manifesto del film stesso, dal primissimo fotogramma....
Prima immagine: sole, una natura brulla e arida, desolata, si staglia sotto il cielo. Sentiamo una musica insinuante, sì insinuante è il termine giusto, che risveglia i nostri sensi...
Dura un solo fotogramma poi si va giù, nel profondo...
La musica sparisce, restano l’oscurità di un pozzo, il silenzio, un corpo che si muove con energia, con rabbia. Prende a picconate una parete rocciosa, alla ricerca di argento, ma anche alla ricerca di uno sfogo per istinti che arrivano dal profondo, una rabbia, una forza beluina che si avverte nella tensione dei muscoli...
Non vediamo subito il protagonista, solo dopo qualche secondo la luce lo illumina, quasi di striscio...
Un attimo dopo il nostro uomo si è arrampicato ed è tornato all’aperto: il temporale infuria, il vento scuote la tenda mentre un uomo sole sorbisce un pasto scarno ma lui non sembra essere toccato da questa desolazione e sofferenza, ha un solo tarlo nella mente...
Torniamo giù. Il nostro uomo scopre qualcosa: forse il filone di argento che sta cercando...posiziona una carica di dinamite e con la massima calma risale in superficie...
Siamo di nuovo fuori, al sole. Senza un attimo di tregua, senza nemmeno recuperare il respiro, prova a sollevare i suoi attrezzi per tirarli fuori dal pozzo prima dell’esplosione, legati a una corda.
Non è un’impresa facile: è un uomo solo che lotta contro una natura brutale e ostile, ci prova con tutte le sue forze ma non ci riesce...
L’esplosione avviene con gli attrezzi ancora nel pozzo. Senza battere ciglio di fronte al danno, scende nel pozzo, di nuovo, ma un piolo lo tradisce e cade rovinosamente
Qui scopriamo davvero il nostro protagonista: ferito e sofferente, emette un solo lamento ma non è un lamento di dolore ma di rabbia:”no!”.
Non vuole essere ferito, non per il dolore ma perché questo ostacola la sua ricerca...un attimo dopo, infatti, si accorge di aver trovato l’argento che cercava e si occupa del ritrovamento prima ancora di verificare come sta la gamba ferita
Il corpo non è importante, il dolore non è importante, conta solo la sua ricerca che sfoga un desiderio bruciante che sale dall’anima...
Ultima scena del nostro avvio: con fatica ma senza un minimo cedimento si issa fuori dal pozzo e poi strisciando inizia a percorrere la vallata assolata, bloccato a terra dalla gamba rotta.
Dissolvenza e lo ritroviamo in città, in un ufficio dove valutano il suo argento, sempre sdraiato per terra con la sua gamba rotta.
Non sappiamo come ha fatto e quanto tempo ci ha messo per arrivare lì in quelle condizioni ma non ha importanza...
E’ un uomo mosso da una determinazione feroce, con un obiettivo per cui è pronto a sacrificare tutto, una pulsione dell’anima inarrestabile e i limiti del corpo e una natura ostile non lo fermeranno, abbatterà qualsiasi ostacolo incontrerà...
In pochi minuti il regista ci porta nelle profondità di un pozzo ma anche nella profondità dell’anima umana senza dire nemmeno una parola: parlano i gesti, parla il corpo, parla l’uomo...

Voglia di... è un iniziativa editoriale di
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