
Voglia di Cinema
Tony Montana ovvero la volontà di potenza
- Ven 13 Ago 2021
"Accontentati tu, io prendo tutto, tutto quello che posso…
E cosa vuoi tu?
Il mondo chico... e tutto quello che c'è dentro”
Tony Montana, il protagonista di Scarface, interpretato da Al Pacino, è un personaggio che viene da lontano. Non è semplicemente un gangster violento, senza freni, senza scrupoli. E’ qualcosa di più.
E’ un uomo partito dal nulla, dalla povertà, da una vita da oppresso a Cuba. Ha una rabbia, una voglia di arrivare, un desiderio di rivincita inarrestabili. Non solo, ha fretta di emergere: prende rischi, non ha paura, perché non può aspettare.
In questo modo, scala i gradini della gerarchia della criminalità fino a diventare un boss potente, con una bella casa, tanti soldi, una donna affascinante al suo fianco strappata a quello che era il suo capo. Quando desidera una cosa, se la prende, senza guardare in faccia nessuno.
Il mondo è suo: tutto ciò che ne fa parte gli appartiene, pensa che nessuno possa negargli qualcosa. Riconosce una sola autorità, quella delle sue “palle”.
Proprio qui sta il punto. Tony non è un semplice gangster, per quanto iperviolento e capace, sia pure in modo criminale, di fare carriera.
Tony è un atto di volontà. A modo suo, ha le sue regole (per esempio non si uccidono donne e bambini), ma non riconosce altra autorità che se stesso. Il suo monologo al ristorante è chiarificatore: sa di essere il cattivo per la gente normale ma non rifiuta il ruolo, anzi lo rivendica, negando semmai una superiorità morale degli altri “io sono ciò che voi avete paura di essere”.
La sua volontà lo porta a scalare le gerarchie ma quando è all’apice non è soddisfatto. Ha soldi, potere, belle cose, la donna che voleva. Non è contento, però. Non sono i beni materiali, infatti, a interessarlo davvero, ma la sua auto affermazione. Non tollera che nessuno sfugga al suo controllo: non sua sorella, che non può vivere liberamente la sua vita, non il suo migliore amico Manny, che non può prendere iniziative autonome, non Elvira, che deve consegnargli non solo il suo corpo ma la sua anima, nella sua idea. Per questo non è soddisfatto e finisce col cadere nella droga: non l’ha mai usata quando era un poveraccio, la usa ora per inseguire quelle sensazioni di potenza compiuta che non riesce a trovare nella realtà.
Questo atto di volontà sfrenata lo porterà a distruggere tutto ma anche dopo il crollo del suo mondo e la morte dei suoi affetti, non cambia: accetta il suo ruolo fino in fondo e sfida i suoi antagonisti con le armi in pugno e anche senza armi.
Niente può sconfiggerlo nella sua ottica, nemmeno le pallottole, perché come recita lo slogan che ha eternato nella scultura della sua villa “il mondo ti appartiene, è tuo”. Non si piegherà mai, di un millimetro, fino alla totale autodistruzione.
Un atto di volontà estremo!