Voglia di Cinema
Sergio Leone e il realismo: la filosofia del cinema del maestro
- Ven 27 Ott 2023
Sergio Leone ci ha lasciato una autobiografia ricca di spunti ("C'era una volta il cinema, edizioni Il Saggiatore), una lettura che suggerisco a tutti gli amanti del grande regista. Leggerla ti aiuta ad entrare nel suo universo iconografico, a capire meglio il suo modo di fare cinema.
C’è un passaggio dedicato al realismo che trovo meraviglioso perché spiega bene la filosofia di Leone sul punto: Sergio spiega di odiare i film della Disney (non i cartoni animati, precisa, ma i film: tenete conto che parla delle produzioni Disney della sua epoca, ora sono anche cambiate parecchie cose) perché per lui il cinema è si mistero e poesia e immaginazione ma deve mescolarsi al realismo perché deve anche essere storia, deve partire dalla realtà, deve sporcarsi di realtà.
Sono i dettagli che devono essere reali, altrimenti la storia non può essere coinvolgente, diventa avulsa dalla realtà, perde il suo spessore. Ecco da dove hanno origine gli spolverini dei suoi personaggi del West che non sono inventati ma sono ricalcati sugli abiti del tempo, pensati per lunghi viaggi a cavallo e per proteggere dalle intemperie ma sporchi e vissuti, sgualciti e usurati.
Questa sensazione di “trasandato” filtra dai suoi personaggi perché trasandati erano i personaggi del vecchio West nella realtà fattuale: Leone si adegua alla realtà ed è proprio questo principio di realtà a dare forza alle sue storie.
Quello che racconta è infatti frutto della fantasia ma gli ambienti sono reali, i dettagli sono reali, i personaggi non sono reali ma avrebbero potuto esserlo. Non ci stupiremmo se scoprissimo che tutto è reale: non lo è, ma avrebbe potuto esserlo tranquillamente.