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"Goodfellas" ovvero "Quei bravi ragazzi" è un film mitico per molti motivi. Uno dei punti di forza è sicuramente la capacità di disegnare personaggi credibili e interessanti. Fra questi, spicca Karen Hill, moglie di Henry e narratrice femminile della vicenda. 

Karan è un personaggio affascinante. Fornisce un punto di vista alternativo a quello di Henry e in un gangster movie è una rarità avere il punto di vista femminile così centrale nel film. Il suo personaggio poi subisce una evoluzione che fa da controcanto a quella di Henry.

All’inizio del film lei è una ragazza ebrea tutto sommato di buona famiglia, elegante e per bene, per quanto dotata di un caratterino niente male. L’incontro con Henry è molto particolare: lui la “pacca” e lei mostra subito personalità e aggressività, sorprendenti per quella che dovrebbe essere la pacifica ragazza della porta accanto. Si capisce che ha un desiderio di affermazione che giocherà un ruolo nella sua vicenda: non accetta di essere maltrattata da nessuno.

Henry esce con lei e comincia ad affascinarla perché le mostra il suo potere: salta le file, la gente lo rispetta, può avere quello che vuole. Questo affascina Karen, le piacciono agi e potere, ma il vero salto avviene quando un vicino la molesta: lei chiama Henry in soccorso e Henry si infuria e malmena il tizio con una pistola e poi le dice di nasconderla, rendendola complice di quello che rimane formalmente un crimine (per quanto il vicino si meritasse una lezione).

Come afferma la stessa Karen “altre donne sarebbero scappate, io invece fui conquistata”. Il potere e il brivido di fare qualcosa di proibito la affascinano ma soprattutto la capacità di Henry di farsi rispettare anche con le cattive, anche violando la legge. Inizia la vita nella “famiglia” e in principio ci sono ancora forti tracce della sua origine per bene: fatica a riconoscersi come una del gruppo quando incontra le mogli degli altri gangster, truccate pesantemente e anche piuttosto male, volgari, verbalmente violente. Karen distingue anche per il gusto nel vestire che qui assume il significato di mantenere la propria individualità in contrapposizione alle altre mogli che si appiattiscono sui mariti.

Karen manifesta anche remore di fronte alle attività illegali del marito, si comporta gentilmente perfino con i poliziotti che visitano casa sua. Piano piano, però, la vita della famiglia la assorbe. Inizia a considerarlo un lavoro come un altro e a accettare la criminalità come lo stile di vita della famiglia. Non è ancora però una della “famiglia” e lo dimostra quando scopre un tradimento di Henry: reagisce con l’aggressività che la contraddistingue minacciandolo di morte. Non può però fare a meno di lui, l’attrazione è troppo forte. Piano piano, svanisce anche questo ultimo elemento di distinzione

Nel finale del film beve, fuma, si droga come le altre mogli, non tratta più bene i poliziotti, partecipa direttamente alle attività criminali del marito e di fronte al tradimento non reagisce più con la violenza iniziale. È stata assorbita dalla “famiglia” e dalla sua mentalità: a forza di vivere in quel mondo ha finito col considerare normale tutto ciò che normale non è...