Anno 2013: quel gioiellino che era Black Mirror (serie improntata su scenari distopici legati alle tecnologie sempre più pervasive nella nostra vita, peraltro con un confine sempre più labile fra finzione e realtà, le prime stagioni sono davvero ottime) propone l’episodio “Be right back”. Una ragazza molto giovane, Martha, perde il suo amato compagno Ash in un tragico incidente. Martha ovviamente è traumatizzata e un’amica decide di farle scoprire un servizio che, partendo dai profili social di Ash, “lo riporta in vita”.
In sostanza si crea un Ash virtuale che si comporta più o meno come lui: è credibile in ogni dettaglio, solo che non è il vero Ash e non ha un corpo.. Martha, che nel frattempo scopre di essere incinta, crea un legame profondo con l’Ash virtuale. L’azienda che ha creato il programma a questo punto permette un upgrade: un corpo sintetico che assomiglia ad Ash e che parla come Ash.
Martha in pratica ritrova Ash nella sua corporeità, come se lui non se ne fosse mai andato. Ash però è programmato per assecondarla mentre il vero Ash aveva una sua personalità che comprendeva anche difetti e vizi, naturalmente, come tutti gli esseri umani: non siamo sempre amabili, nessuno di noi.
Martha finisce con l’avere un rapporto di odio-amore con Ash sintetico e alla fine lo chiude in soffitta ma senza riuscire ad eliminarlo dalla sua vita (eliminarlo sarebbe come eliminare il ricordo del vero Ash, troppo forte per disfarsene).
Sono passati dieci anni da quell'episodio ed ecco Eternal You. È un documentario e devo subito premettervi: non l’ho ancora visto (ma voglio vederlo). Mi è bastato leggere il resoconto dei contenuti per ripensare a Martha. Ci sono aziende che usando sistemi modernissimi (IA ma non solo) propongono nella vita reale di “riportare in vita” i cari defunti, tramite una sorta di avatar. Le aziende che offrono questo servizio sono diverse e ciascuna ha un suo stile ma lo scopo è sempre il medesimo.
Ora “Be right back” è realtà, non più scenario distopico. Non c’è bisogno che aggiunga la semplice considerazione che le problematiche morali ed etiche sono infinite!
Io personalmente non vorrei mai partecipare a programmi del genere: una copia non è l’originale (non è il vero caro defunto che ritrovi, non è lui) e l’assenza fa male ma è anche l’unico modo per riuscire, a un certo punto, a superare un trauma e andare avanti. Se non c’è distacco la ferita non si rimargina, alla fine fa male anche a te.
Il tema però è complesso e di sicuro io non ho nessuna verità in tasca: altri potrebbero essere in disaccordo e preferire avere l'apporto di un programma del genere.
Di certo, fa impressione notare quanto Black Mirror sapesse essere “sul pezzo” su questo tema