Quanto tempo è passato? Tanto! Correva l'anno 1968 quando è uscito "Rosemary's baby". Eppure, è un film inquietante, esattamente come il primo giorno, quando è comparso nelle sale dei cinema. Spesso i film perdono mordente col tempo, specialmente quelli che devono spaventarti. Questo no, questo resta intatto nella sua forza perturbante. Per quale motivo?
Perché anche se la storia ha dei lati horror e dark, nonostante il coinvolgimento di magia nera e occultismo, in realtà è un film psicologico, un film che scava dentro una donna e dentro lo spettatore.
"Rosemary's baby" infatti ha la capacità di demolire le tue certezze esattamente come demolisce le certezze della protagonista, con la forza del dubbio. Il satanismo e l'elemento demoniaco sono presenti, ma non si tratta di streghe col cappello che vivono nel bosco, niente demoni risvegliati da archeologi in Mesopotamia, niente chiese sconsacrate. Una coppia normalissima, vicini di casa che sembrano simpatici e affabili vecchietti: il male si annida fra loro, nella più totale normalità.
Progressivamente, tutto viene messo in dubbio, non sai più di chi fidarti, la famiglia non è più un porto sicuro, la tua casa non è più un porto sicuro. Rosemary finisce col camminare nelle strade della sua città e tutto le sembra irreale, non sa più cosa è vero e cosa è falso.
Si tratta di un film claustrofobico, il satanismo è la scusa per mostrarti qualcosa di profondo dentro di noi, il terrore di perdere il controllo, l'incertezza, incubo e realtà che si confondono. Scivoli sempre più dentro una rete, ti dibatti ma più ti dibatti più scivoli in fondo, come una mosca nella tela di un ragno.
Questa sensazione è terrorizzante ma va molto oltre la trama del film, succede ogni volta che il controllo della nostra vita ci sfugge. "Rosemary's baby" evoca paure profonde, la sensazione di essere soli, il timore del prossimo, il dubbio su chi ami.
La protagonista è incinta: un evento meraviglioso ma che tante volte spaventa perché sai che la tua vita non sarà più come prima e a volte puoi temere di perderne il controllo, di perdere il controllo del tuo corpo. Proprio la gravidanza fa da filo conduttore, in un crescendo di ansia.
Demonio? Sette sataniche? Sì, fanno parte del film, ma la sua forza inquietante è il meccanismo di terrore psicologico di una donna che si ritrova sola e incompresa da tutti, con un senso di minaccia impellente in arrivo da ogni lato. Il terrore che proviamo ogni volta che ci sentiamo prigionieri della nostra vita e non sappiamo come uscirne, o peggio non ci è permesso uscirne.
A volte, può capitare anche a te quello accade alla protagonista nel finale: la paura ti schiaccia al punto di accettare tutto e adeguarti anche a essere mamma del male. Nulla è più spaventoso del non sapere davvero cosa ci sta capitando...