Voglia di Letteratura

Una prefazione potente: "Il ritratto di Dorian Gray" e il manifesto dell'estetica di Oscar Wilde

Quante volte i lettori saltano le prefazioni ritenendole poco degne di attenzione! Quante volte sono sottovalutate, considerate una perdita di tempo! Invece, spesso contengono elementi importanti, chiavi di lettura per il libro che va a iniziare nelle pagine che seguono. Nel caso in questione, il caso che voglio sottoporre alla vostra attenzione, poi, la prefazione è imprescindibile, preziosa tanto quanto il romanzo (e che romanzo!).

“Il ritratto di Dorian Gray”, infatti, il capolavoro firmato Wilde, era uscito a puntate su un giornale letterario (tipico del tempo) suscitando un vespaio di polemiche e di critiche. 

Nel 1891 Wilde rispose con questa prefazione pubblicata su "Fortnightly Review": da allora è stampata come prefazione al romanzo ma più che una prefazione propriamente detta, si tratta di una replica alle critiche sotto forma di una serie di aforismi.

Questi aforismi delineano la visione dell’arte di Wilde, un patrimonio importante per capire il romanzo e il punto di vista dell'autore. In sostanza, un manifesto dell'estetica di Wilde. 

Ecco la prefazione:

L'artista è il creatore di cose belle. Rivelare l'arte e nascondere l'artista è il fine dell'arte.

Il critico è colui che può tradurre in diversa forma o in nuova sostanza la sua impressione delle cose belle.

Tanto le più elevate quanto le più infime forme di critica sono una sorta di autobiografia.

Coloro che scorgono brutti significati nelle cose belle sono corrotti senza essere affascinanti. Questo è un errore.

Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle sono le persone colte. Per loro c'è speranza.

Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza.

Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.

L'avversione del diciannovesimo secolo per il realismo è la rabbia di Calibano che vede il proprio volto riflesso nello specchio.

L'avversione del diciannovesimo secolo per il romanticismo è la rabbia di Calibano che non vede il proprio volto riflesso nello specchio.

La vita morale dell'uomo è parte della materia dell'artista, ma la moralità dell'arte consiste nell'uso perfetto di un mezzo imperfetto. L'artista non desidera dimostrare nulla. Persino le cose vere possono essere dimostrate. Nessun artista ha intenti morali. In un artista un intento morale è un imperdonabile manierismo stilistico.

Nessun artista è mai morboso. L'artista può esprimere qualsiasi cosa.

Il pensiero e il linguaggio sono per un artista strumenti di un'arte.

Il vizio e la virtù sono per un artista materiali di un'arte.

Dal punto di vista formale il modello di tutte le arti è l'arte del musicista. Dal punto di vista del sentimento il modello è l'arte dell'attore.

Ogni arte è insieme superficie e simbolo.

Coloro che scendono sotto la superficie lo fanno a loro rischio.

L'arte rispecchia lo spettatore, non la vita.

La diversità di opinioni intorno a un'opera d'arte dimostra che l'opera è nuova, complessa e vitale.

Possiamo perdonare a un uomo l'aver fatto una cosa utile se non l'ammira. L'unica scusa per aver fatto una cosa inutile è di ammirarla intensamente. Tutta l'arte è completamente inutile.

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