Voglia di Letteratura
Carrie: un modo originale e dark per raccontare una storia di sofferenza
- Lun 28 Ago 2023
Un romanzo potente moltiplicato da un film potente. “Carrie” è un romanzo che ha un ruolo preciso nell’immaginario collettivo contemporaneo, grazie anche al film con Sissy Spacek che ne ha ampliato la notorieta. "Carrie" è una scheggia horror e inquietante annidata nella mente di molti, scolpita nella pietra dalle scene iconiche in cui i poteri telecinetici di Carrie sono centrali nella narrazione.
Il vero fulcro della storia è però un altro, una piaga che affligge ogni generazione: Carrie infatti è vittima di bullismo. Subisce, forse perché è diversa, cattiverie e dispetti, dicerie e occhiatacce, isolamento e sospetto. Soffre, accumula rabbia impotente, fino ad esplodere.
La storia sembra irreale, ma in realtà è molto, molto realistica. È una storia ordinaria, compresa l’esplosione di rabbia: naturalmente di norma non accade utilizzando superpoteri, ma chi tanto subisce prima o poi avrà bisogno di trovare uno sfogo e questo può sfociare nella violenza.
Il genio di King è raccontare abilmente grazie a tecniche narrative originali e spiazzanti. L’incipit è geniale: la storia inizia come se fosse un articolo di giornale in cui si racconta un episodio anomalo capitato alla signora White, la cui casa è stata colpita da una pioggia di pietre. Improvvisamente l’articolo lascia il posto al racconto della reazione delle ragazze della scuola, che appaiono quasi divertite da quella che è in realtà una disgrazia. Non c’è solidarietà nelle ragazze, semmai c’è accanimento.
Qui King sterza ancora: vuole dirci subito, colpendoci in modo diretto, che Carrie è telecinetica. Per farlo, usa ancora una tecnica originale: ci fa capire con una descrizione allusiva che la crescita di Carrie è sempre stata segnata da eventi che hanno colpito le compagne di classe, ma “Quello che nessuna di loro sapeva, ovviamente, era che Carrie White era telecinetica”.
In questo modo, lo comunica a noi creando un patto narrativo: le sue compagne non sanno, ma noi sappiamo dall’inizio. È anche un modo per chiarire che la telecinesi, che avrà il suo ruolo, non è la vera protagonista: non vuole stupirci, lo dice subito per non distrarci dalla storia di sofferenze di Carrie, il vero fulcro è il percorso nel dolore di Carrie e l'esito di questo percorso.
Nel passaggio successivo, King chiarisce la visione che le compagne hanno di Carrie, mettendo una pietra tombale su ogni possibile speculazione sul loro modo di vedere le cose: “Scritta incisa su un banco della scuola media di Barker Street a Chamberlain: Carrie White mangia merda”.
Non abbiamo ancora incrociato Carrie eppure sappiamo già tutto di lei in poche righe, non ha più segreti per noi: una ragazza speciale con una vita difficile, una ragazza maltrattata, una vittima.
Non ci sono segreti fra scrittore e lettore, perché non deve essere la svolta a sorpresa a calamitare la nostra attenzione, ma la vita di Carrie: King avrebbe potuto costruire la narrazione puntando al "colpo di scena clamoroso", ma in realtà puntava ad altro. Quello che succede alla fine, infatti, è solo un epilogo fisiologico della tossicità che circonda Carrie.