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Gogol ha vissuto per un periodo piuttosto lungo a Roma e ha avuto un rapporto molto intenso con la città eterna. Questa relazione, questa connessione di amorosi sensi, ha avuto uno sfogo letterario in “Roma”, un racconto nato da un progetto più vasto e che non ha trovato il completamento pensato originariamente, ma che esprime perfettamente l’incanto della Roma degli anni trenta dell’Ottocento. 

La trama segue la vita di un principe romano che nell’ambito della sua formazione giovanile si reca a Parigi. All’inizio è affascinato dalla moderna vitalità della capitale francese ma poi piano piano perde passione per una città che gli appare forzata, in qualche modo finta nella sua volontà di stupire.

Dopo una serie di vicende personali torna a Roma e coglie quella bellezza che in precedenza non aveva saputo cogliere.

“Gallerie su gallerie e non se ne vedeva mai la fine…Là in quella chiesa, si conservava un qualche miracolo della pittura. Da un’altra parte, su una parete fatiscente ancora un affresco prossimo a scomparire. In un altro posto, su marmi e colonne rialzate, raccolte dagli antichi templi pagani, brillava una volta dipinta da un’artista immortale. Tutto ciò somigliava a quei giacimenti d’oro segreti, celati dalla semplice terra e noti solamente al cavatore”

È interessante notare che il principe, per apprezzare Roma, deve confrontarla prima con un’altra grande città europea.

La bellezza era come velata di fronte a lui ma quando torna la vede con altri occhi e scopre la magia della Roma ottocentesca che sta nella sua autenticità: una città di contrasti, non finta, dove il capolavoro immortale si staglia su “una parete fatiscente”, dove l’opera instancabile dell’uomo ha prodotto capolavori che si accumulano a perdita d’occhio ma dispersi nei problemi e nelle decadenze di una città tanto umana anche nelle sue innumerevoli debolezze.

Proprio il contrasto crea la bellezza, tanto più preziosa perché devi saperla cercare con lo sguardo, magari dove non te la aspetteresti.

In questo modo, diventi partecipe del processo creativo della bellezza: lei c’è, ma tu devi saperla cercare, saper osservare.

Una città di contrasti, per questo così detestabile a tratti e così affascinante.