
Voglia di Musica
Il destino alla porta: una sinfonia sulla lotta dell'umanità e una speranza di trionfo
- Lun 17 Ago 2020
Immaginate di essere un nobile e di essere a Vienna in una serata prenatalizia di dicembre, anno del signore 1808. Sono anni inquieti, Napoleone sta combattendo in Spagna e le élite europee hanno sempre paura del generale corso. Il principe Lobkowitz, bontà sua, vi invita a una serata musicale. Una ottima occasione per distrarsi, pensate.
Sulla carta, però, perché poi dal vivo bisogna fare i conti con i limiti dell’essere umano: fa freddo, molto freddo, un freddo polare, nel teatro che vi ospita. Non solo: la musica è affidata alle cure di un certo Ludwig. Dicono sia molto bravo, anzi lo è sicuramente. Il buon Ludwig però ci propina una serata che inizia alle 18:30 e che sembra non terminare più. Ore e ore di musica in un freddo polare, difficile scaldarsi l’anima. Alla fine applaudite poco convintamente e andate a casa annoiati dopo una serata ordinaria, nella vostra opinione. Più o meno, quello che è successo il 22 dicembre 1808 quando fu accolta con freddezza la prima esecuzione pubblica della sinfonia numero 5 di Ludwig Van Beethoven.
Quello che non sapevano gli invitati di quella serata è che quel momento si sarebbe eternato nella storia. Gustata nelle condizioni giuste, senza freddo ma al calduccio, non prostrati da ore interminabili di una cerimoniosa serata formale, impossibile non apprezzare il genio di un’opera senza tempo.
La conoscete tutti, infatti, anche perché nella sua genialità ha una semplice riconoscibilità. Ludwig inizia con quattro note che lui stesso ha definito “il destino che bussa alla porta”. Quattro note cariche di mistero, inquietudine, minaccia. Quattro note che danno il via però a una sinfonia che è un inno alla lotta, alla fiducia, alla speranza nel trionfo dell’umanità sul destino. Inizia come una minaccia, finisce nel segno della speranza. Impossibile non amarla...