
Voglia di Musica
Eleanor Rigby: un capolavoro di perfezione musicale e testuale
- Mar 10 Nov 2020
Ci sono canzoni che non hanno un luogo e un tempo ma sono eterne, senza tempo, senza limiti. "Eleanor Rigby" è una di queste: una canzone che piace ovunque e in qualunque epoca perché sa parlare dell'animo umano all'animo umano. La canzone, inserita nell’album “Revolver”, è talmente geniale da riuscire a piacere al grande pubblico essendo al tempo stesso una canzone molto colta.
L’autore principale è Paul McCartney (ma in collaborazione col gruppo) e il tema principe è la solitudine degli esseri umani, quella solitudine esistenziale talmente forte da schiacciarci e da impedirci anche di chiedere aiuto, specialmente in un paese come l’Inghilterra in cui il concetto di dignità da sempre è fondamentale
La protagonista del brano è una donna: anziana, sensibile, sola. Una donna che raccoglie il riso lasciato sul selciato da un matrimonio a cui non è stata invitata (forse per cuocerlo, indizio di una condizione di povertà?), una donna che aspetta alla finestra quel cambiamento che non arriverà mai. C'è un coprotagonista che si chiama padre McKenzie: un prete che legge sermoni che nessuno ascolta, un uomo a sua volta solo che non riesce a farsi ascoltare. Questo passaggio è anche una critica alla chiesa e più in generale alle istituzioni, incapaci di entrare in relazione con la popolazione, di farsi ascoltare e di capirla.
Il ritornello pone domande e interrogativi sconsolanti: a che luogo appartengono queste persone sole? Chi le ama? A chi importa?
Il finale è ancora più amaro: la signora Rigby muore e padre McKenzie celebra il suo addio. Nessuno viene a salutare la signora Rigby, nessuno sarà salvato: questa ultima frase, lapidaria, toglie ogni visione consolatoria.
Paul ha riflettuto molto su questa canzone e l’ha affinata nel tempo, relazionandosi con gli altri del gruppo e non solo. La protagonista inizialmente si chiamava Daisy Hawkins ma il nome non lo convinceva. Dopo aver girato un film in cui aveva reciato con l’attrice Eleanor Bron, decise di scegliere il nome Eleanor che lo aveva particolarmente colpito.
Rigby invece era il nome di un negozio di liquori a Bristol. Il prete doveva chiamarsi padre McCartney ma un amico di infanzia fece notare che si sarebbe subito associato al vero padre di Paul. Paul decise allora di aprire l’elenco telefonico e scelse McKenzie fra i nomi presenti. Questa cura dei dettagli sembra secondaria ma non lo è: un artista deve “sentire” che la sua opera è a posto e ci lavora finché non sente che è così.
La voce di Paul era perfetta, ora c’era la parte musicale. Il suo produttore George Martin propose l’accompagnamento di un quartetto d’archi. Paul guardando Psyco si era convinto delle potenzialità della musica classica anche fuori contesto e amava Vivaldi, nacque un accompagnamento con otto orchestrali (viole, violencelli e violini).
Il risultato finale è un brano che ha ritmo, pulito e tristissimo. Un vero gioiello che riesce a unire la bellezza della musica classica, il talento musicale dei Beatles e una atmosfera pop pur trattando un tema serissimo senza sconti.