
Voglia di Musica
Un giorno di guerra, un bimbo, uno spavento: una storia fortunatamente "non sbagliata"
- Gio 09 Set 2021
Inverno, 1942, forse 1943...
Una cascina in Piemonte...
Freddo, cibo che non basta mai per placare la fame...
Un bimbo di nemmeno 3 anni vive con la sua famiglia: hanno abbandonato la città per sfuggire alla guerra, ai bombardamenti, alla sofferenza...
Sono anni duri, però: la sofferenza ti rincorre, la guerra ti prende per il collo e non molla la presa...
Un giorno, la cascina si anima: arriva, arriva…un aereo…vicino, sempre più vicino…
“Attenti, attenti che spara!”
E spara sì, eccome se spara: il cortile diventa un bersaglio… ta ta ta ta…un rumore che ti squarta l’anima…
I bimbi scappano verso il portico, verso la salvezza...
Uno però cade, quel bimbo di prima...
“no, no, no"...tutti gridano, tutti corrono, tutti sudano ghiaccio: quando arrivano il bimbo è per terra ma non c’è sangue, non ci sono ferite visibili…
Lo spostamento d’aria: l’aereo è passato, il bimbo frastornato da paura e rumore è caduto...
Per farlo riprendere gli danno il cognac: anni dopo lui, serafico, dirà “dovevano prenderlo loro per riprendersi, il cognac!”
Quel bimbo si è salvato, ma ci è mancato un pelo. Qualche metro più in là, o più in qua, e oggi nessuno si ricorderebbe di lui. Non sarebbe cresciuto, non avrebbe amato, non avrebbe creato musica...Soprattutto non avrebbe creato musica!
Il nome di quel bimbo era Fabrizio, aveva un cognome da nobile che non ho bisogno di snocciolare perché lo riconoscerete da voi: vi dico solo, signori miei, che se fosse morto quel giorno in quella cascina, sarebbe stata una storia sbagliata.