Anno 1971: gli Who rivelano al mondo "Baba O'Riley", brano che diventa la traccia di apertura dell'album "Who's next" (ma uscirà anche come singolo). Scritta da Pete Townshend, è una canzone che farà storia. Il titolo, molto originale, quasi strano, è un omaggio ai due ispiratori dei contenuti del brano: Meher Baba, mistico indiano di cui Pete era seguace, Terry Riley, esponente di rilievo della musica minimalista. In origine la canzone doveva essere inserita nell'opera rock Lifehouse, rimasta incompiuta: un racconto utopico su un mondo dispotico in cui l'inquinamento costringe le persone a sopravvivere indossando tute spaziali fornite da una entità che controlla tutti.
La canzone ha avuto molte interpretazioni per quanto riguarda il suo significato, non sempre concordi, ma a colpire è soprattutto la parte strettamente musicale. E' una vera e propria scarica di energia, una canzone "forte" che si è fatta amare da generazioni di appassionati.
Il memorabile inizio (ottenuto dagli Who usando una funzione del loro Lowrey Tbo-1 organ, una scelta anomala all'epoca) elettrizza e ha elettrizzato generazioni di ascoltatori mescolando il rock popolare e scelte di avanguardia. Spettacolare l'assolo finale di violino, lascia davvero senza fiato.