“La donna cannone” è uno dei capolavori più noti di Francesco De Gregori. Scritta e composta come colonna sonora del film flirt, ha uno spessore tale da poter evadere facilmente il ristretto ambito del film per assumere la statura di singolo (e di che livello!). La canzone è ispirata a un articolo di giornale letto da De Gregori: una donna del circo a inizio ‘900 si era innamorata di un collega, le regole del circo però vietavano gli amori fra artisti e lei era sparita di fronte alla proibizione.
De Gregori prende una curiosa notizia di cronaca e ne fa una poesia, un inno agrodolce all’amore. La melodia e il testo sono allusivi, dolci, armonici. La storia viene narrata in prima persona dalla donna cannone che spiega la sua condizione. E’ consapevole di essere una persona sensibile e che sa amare, di avere “un enorme cuore”. La donna cannone sogna di evadere dalla sua realtà, una realtà in cui “i maligni e i superbi” la confinano. Lei sogna di evadere da questa realtà volando nel cielo e facendosi “d’oro e d’argento”, scintillante, una sublimazione della sua anima delicata che si trasforma in qualcosa di prezioso. La donna cannone pensa poi al suo amore, affronta le sue insicurezze (“non sarò bella come dici tu”) con l’unico obiettivo di coronare il suo amore, di volare via con lui, il suo unico desiderio.
Sono parole di una sognatrice, pensieri che ciascuno di voi può avere affrontato nella propria vita: a tanti capita di provare sentimenti che devono confrontarsi con una realtà che ne impedisce l’espressione, a tanti capita di sognare di evadere da questa situazione.
Si arriva al finale e qui ci ricolleghiamo a un concetto fondamentale: una grande opera d’arte spesso allude, delinea ma non definisce. Lascia spazio all’interpretazione e anche le canzoni di De Gregori non fanno eccezione. Il finale della canzone descrive l’azione dopo la riflessione: la donna prende il coraggio a due mani, dimostra carattere e personalità e “vola verso quell’enorme mistero”, si “incammina verso il cielo nero”. C’è una interpretazione più possibilista: la donna affronta l’ignoto, le sue paure (il mistero, il cielo nero), consapevole che sia una scelta comunque migliore della prigione di pregiudizi iniziale.
C’è una interpretazione più pessimista: la donna cannone va incontro alla morte: una forma di liberazione e di compimento di un destino di libertà ma anche triste.
Di certo, è la storia di una persona che ama avversara dalle situazioni, dalle regole, dalla società, una persona sensibile che vuole ribellarsi e che in un modo o nell’altro alla fine trova il modo di ribellarsi. E’ una storia molto umana, una storia con cui ognuno di noi può empatizzare...
Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno
Giuro che lo farò
E oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò
Quando la donna cannone
D'oro e d'argento diventerà
Senza passare dalla stazione
L'ultimo treno prenderà
E in faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillerà
Dalle porte della notte il giorno si bloccherà
Un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà
E dalla bocca del cannone una canzone suonerà
E con le mani amore, per le mani ti prenderò
E senza dire parole nel mio cuore ti porterò
E non avrò paura se non sarò bella come dici tu
Ma voleremo in cielo in carne ed ossa
Non torneremo più
Na na na na na na
E senza fame e senza sete
E senza ali e senza rete voleremo via
Così la donna cannone
Quell'enorme mistero volò
Tutta sola verso un cielo nero nero s'incamminò
Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui sparì
Altri giurarono e spergiurarono che non erano stati lì
E con le mani amore, con le mani ti prenderò
E senza dire parole nel mio cuore ti porterò
E non avrò paura se non sarò bella come vuoi tu
Ma voleremo in cielo in carne ed ossa
Non torneremo più
Na na na na na na
E senza fame e senza sete
E senza ali e senza rete voleremo via