Mark Edmonson, il vincitore meno quotato nella storia del tennis

Nel dicembre 1975, quando ebbe inizio l’Australian Open 1976, Mark Edmonson aveva 21 anni. Non era un giocatore affermato, a voler essere generosi era una promessa: aveva partecipato due volte a tornei del Grande Slam senza passare il secondo turno ed era numero 212 al mondo. Aveva lavorato come uomo delle pulizie in ospedale per guadagnare i soldi necessari per pagarsi la trasferta all’Australian Open dove, come ricorderà lui, “ero l’ultimo o penultimo per classifica ATP di tutto il tabellone”, formato all’epoca da 64 giocatori.

Una situazione di partenza tale da non farlo quotare dai bookmakers come potenziale vincitore...eppure...eppure lo sport ti sa sempre stupire e successe qualcosa di anomalo. Edmonson infatti iniziò a vincere e arrivò fino ai quarti quando prese possesso del campo centrale. 

Una nuova vittoria e fu semifinale ma stavolta doveva incontrare una stella: il mitico Ken Rosewall. Giocatore immenso, Rosewall aveva però 41 anni, un'età avanzata per un atleta oggi, figuriamoci allora! Edmonson ne approfittò e riuscì a batterlo.

In finale, ecco un altro mito australiano: John Newcombe. Un caldo infernale caratterizzò il match con Newcombe vincitore del primo set. Sembrava l'inizio di una passeggiata per Newcombe ,a
Edmonson restò in partita e iniziò una rimonta che fu interrotta da un temporale. Edmonson non si lasciò distrarre e anche dopo la ripresa del gioco continuò a macinare gioco e punti fino a vincere in quattro set.

A oggi, è il giocatore con la classifica peggiore ad aver vinto un torneo del grande slam ed è stato anche l’ultimo australiano a vincere il torneo maschile in casa. Edmonson giocò per anni raggiungendo un paio di semifinali del Grande Slam e non andando mai oltre il quindicesimo posto nella classifica ATP.

L’impresa del 1976 resta incredibile, unica e irripetibile.