1) Nasce a Montevideo in Uruguay nel 1966, nazione piccola ma di grande tradizione calcistica. E’ una seconda punta mancina, veloce, tecnico, con un tiro potentissimo. Non ha un fisico imponente ma ha una buona costruzione muscolare. Calcia rigori e punizioni e da lontano, in movimento o da fermo, sa esplodere delle vere bombe
2) Lo chiamiamo El Principito in onore del Principe Francescoli. Lo chiamano anche il poeta del gol o Peter Pan
3) Debutta nel Danubio, squadra storicamente abile nel lanciare giovani talenti: Recoba, Forlan, Cavani. A soli 15 anni Ruben Sosa debutta in prima squadra. Lo notano e potrebbe finire in Inghilterra ma va al Real Zaragoza. Diventa l’eroe di coppa del Re: in semifinale segna due gol al Real Madrid e in finale un gol su punizione al Barcellona. Il Real Zaragoza si prende la coppa
4) Si accorge di lui la Lazio, vedendolo nelle competizioni europee, e lo porta in Italia. Qualche pausa ma nel complesso rendimento molto buono, segna tanti gol. E’ una lazietta però, non pronta per vincere trofei
5) Lo chiama l’Inter. Con Bagnoli diventa trascinatore della squadra nel 1992-1993 quando i nerazzurri inscenano una clamorosa rimonta sul Milan portandosi da -11 a -4, l’Inter però arriva solo seconda alla fine del campionato
6) Arriva Bergkamp e Sosa non si trova con l’olandese. La stagione è sofferta ma l’Inter ottiene la vittoria in Coppa Uefa
7) Passa al Borussia Dortmund e non fa faville ma vince lo scudetto
8) Ultima tappa europea al Logrones in Spagna poi torna in Uruguay al Nacional dove vince di nuovo diversi trofei e diventa un idolo. Un’avventura nel campionato cinese, poi chiude nel piccolo Racing Montevideo
9) In nazionale prende parte ai mondiali italiani del 1990 quando gli uruguaiani escono contro l’Italia. Gioca anche quattro coppe America e vince due volte, nel 1987 in casa degli argentini e nel 1995 davanti al proprio pubblico. Chiude con 46 presenze e 15 reti
10) Oggi lavora con i giovani e fa da ambasciatore del calcio uruguaiano e del Nacional