Franca Viola, la donna che non piegò la testa e cambiò il mondo

Questa storia è abbastanza nota ma pensiamo meriti di essere raccontata una volta di più. Franca Viola era una ragazza di Alcamo, paese siciliano, terra splendida ma complicata.

Franca si era fidanzata con Filippo Melodia, giovane del suo paese, poi insieme al padre aveva scoperto che Filippo era nipote di un boss e che aveva iniziato la carriera nella mala e perciò lo aveva mollato. 

A questo punto Franca si era promessa a Giuseppe Ruisi, un ragazzo normale e onesto. Nel dicembre 1965 Melodia, aiutato da altri, la rapisce unitamente al fratellino di 8 anni, poi libera il fratello ma trattiene lei e la violenta più volte. Dopo sei giorni lei viene liberata ma Melodia chiama il padre proponendo la “paciata” cioè il matrimonio riparatore: secondo la legge e anche secondo la morale dell’epoca il matrimonio riparatore estingueva lo stupro.

Franca sostenuta dal padre disse no, non voleva sposare Melodia. Un atto che oggi appare giusto, normale, quasi banale. All'epoca voleva dire sfidare una tradizione secolare, una mentalità, una società e non ultima la mala.

Lo scandalo in paese fu enorme e tutta la famiglia dovette affrontare la condanna sociale secondo la morale dell’epoca ma tenne duro. Si andò al processo dove con coraggio Franca fece condannare Melodia.

Scontata la pena, uscirà di galera e morirà di lupara mafiosa. Franca invece si sposerà ed è vivente a oggi (nda: nel momento in cui viene scritto l'articolo). La legge che consentiva il matrimonio riparatore fu abolita solo nel 1981 eliminando anche altre norme che favorivano gli stupratori.

Franca Viola, sostenuta dalla sua famiglia, fu la prima a dire no in modo clamoroso a questa pratica e grazie al suo caso la legge cominciò a essere messa in discussione.