Nel 1453 Costantinopoli si trova sotto assedio e deve fronteggiare molteplici problemi, la sua stessa esistenza come regno indipendente è minacciata. Costantino XI, imperatore in carica, non deve solo affrontare gli uomini del sultano Mehmet II che lo assediano ma deve anche risolvere i problemi economici, che sono gravissimi. Nelle casse imperiali non ci sono risorse e invece servono eccome: serve denaro per pagare mercenari, soldati, cibo e ogni altro bene necessario per fronteggiare l’assedio (diciamo pure che i soldi servono sempre, in ogni epoca e in ogni situazione, un problema eterno).
Costantino fa la mossa della disperazione: non volendo ulteriormente vessare i privati con le sue richieste di denaro, fa prelevare tutti i beni presenti nelle chiese cittadine che abbiano un valore e li fa fondere per ricavarne monete con cui pagare i debiti.
Questo episodio, riportato da due testimoni oculari, Nicolò Barbaro e Leonardo di Chio (le fonti moderne che cito si rifanno ai loro racconti), evidenzia in modo chiaro le difficoltà che caratterizzavano gli ultimi anni di Costantinopoli sotto Costantino: una città col nemico alle porte ma soprattutto al verde (e forse questo era un problema anche più grande perché impediva una difesa migliore). Se avesse avuto più risorse, probabilmente Costantinopoli sarebbe riuscita a differire il momento della caduta
FONTI
“L’imperatore immortale”
Di Donald Nicol
“Constantine XI Dragaš Palaeologus (1404–1453): The Last Emperor of Byzantium”
Di Marios Philippides
L’episodio è citato anche nella docuserie “L’impero ottomano” che ricostruisce l’assedio con la collaborazione di diversi storici (citiamo Roger Crowley per tutti)