
Voglia di storia
Il casoncello avvelenato del 1393: una trappola molto saporita...
- Mer 23 Set 2020
L'Italia è la patria del cibo, lo sappiamo. Ogni città ha la sua specialità culinaria, a volte più città si contendono la paternità della stessa specialità. Questo è sicuramente il caso dei casoncelli. I casoncelli sono un tipo di pasta presente sia sulla bresciana che sulla bergamasca. Le due città, come detto, si contendono aspramente l’origine del piatto e sono stati condotti studi sulla nascita della ricetta. Da questi studi sono emersi episodi gustosi.
Uno di questi episodi, davvero particolare, è il casoncello avvelenato del 1393: nel “Chronicon Bergomense guelpho ghibellinum” si racconta infatti la storia di un casoncello avvelenato.
Leonardino Suardi, nobile ghibellino, si innamora di una ragazza moglie di un contadino. Ingaggia allora un certo Tonolo di Stezzano, un sicario che uccide il contadino su suo mandato, somministrandogli un piatto di “casonzellis” avvelenato (una fine tragica ma almeno gustando una prelibatezza in punto di morte). L’8 aprile 1393 il contadino muore in seguito alla trappola del piatto avvelenato ma la congiura sarà scoperta: Tonolo morirà decapitato mentre Leonardino sarà bandito dalla città (i privilegi dei nobili, si sa).
Ps la storia è gustosa ma mai quanto i casoncelli che lo scrivente ha avuto il piacere di apprezzare. Ah, sono bresciani o bergamaschi? Come si dice, tra i due litiganti il terzo gode, quindi non prendo posizione (per tutelare la mia incolumità fisica! eh eh!) e mi accontento di mangiarli i casoncelli (un ottimo accontentarsi)!