
Voglia di storia
Quando la Svizzera rischiò di dividersi: la guerra del Sonderbund
- Dom 15 Ago 2021
L’immagine che abbiamo in Italia della Svizzera è quella di un paese in pace da secoli, senza grandi rivolgimenti interni. In realtà, nella prima metà dell’Ottocento la Svizzera ha vissuto cambiamenti profondi e anche una pagina conflittuale sfociata in una breve guerra civile.
Andiamo con ordine. La Svizzera era un’entità politica formata da una ventina di cantoni ma il legame nazionale era blando: si trattava di una una unione contrattuale fra stati, i cittadini erano fedeli al proprio cantone e le materie messe in comune erano poche.
In epoca napoleonica ci fu una centralizzazione del potere ma nel 1815 i trattati successivi al Congresso di Vienna ripristinarono la situazione precedente fra gli elvetici.
La Svizzera però stava subendo cambiamenti politici come il resto d’Europa ed era divisa in modo significativo. Innanzitutto vi era una divisione religiosa tra protestanti e cattolici, poi vi era una divisione politica tra conservatori, liberali e radicali (i radicali diciamo che avevano posizione ancora più riformiste e rivoluzionarie dei liberali, rispetto ai conservatori).
Per tutto il periodo fra il 1815 e gli anni quaranta dell’Ottocento ci furono turbolenze politiche, un tentativo fallito di dotarsi di una nuova costituzione, lotte di potere interne ai cantoni con tanto di golpe in alcuni casi. Una delle linee di frattura era data dal rapporto conflittuale tra radicali e conservatori cattolici e in alcuni casi si verificarono infiltrazioni di attivisti fra un cantone e l’altro. Il livello di conflittualità si estese fino a diventare insostenibile.
Alla fine nel 1845 sette cantoni in mano ai conservatori cattolici stabilirono una alleanza difensiva: Uri, Schwyz, Unterwalden, Lucerna, Zug, Friburgo e Valais. L’alleanza fu chiamata Sonderbund. E’ bene chiarire che l’elemento religioso complicava il quadro e aveva un suo peso ma lo scontro era prima di tutto politico, infatti alcuni cantoni cattolici ma in mano ai liberali non aderirono alla nuova Lega.
I trattati in vigore vietavano la formazione di una Lega fra cantoni che anche solo potenzialmente potesse danneggiare altri cantoni, ma alcune potenze estere, in particolare Austria e Francia, vedevano di buon occhio una Svizzera divisa e debole e i cantoni liberali furono incerti sul da fare. Non si raggiungeva una maggioranza favorevole a una azione repressiva e c’era il rischio che la Svizzera finisse col dividersi con la separazione dei cantoni del Sonderbund.
Bisogna anche considerare che i cantoni non erano monoliti: in ogni cantone c’erano maggioranze e minoranze conservatrici, liberali e radicali, con cambi di campo dei cantoni nel tempo.
Alla fine, i liberali riuscirono a raggiungere i numeri per approvare un intervento repressivo e approfittando delle distrazioni delle potenze estere, alle prese con problemi interni, scelsero l’azione militare (alcuni cantoni decisero di restare neutrali, per capire la frammentarietà della situazione).
Guidati da Guillaume Henri Dufour, gli uomini dell’esercito federale sconfissero rapidamente le truppe ribelli. In tutti i morti furono appena un centinaio, sebbene si sia trattato di un conflitto armato in piena regola.
Ottenuta la vittoria, i liberali imposero nel 1848 una nuova costituzione creando una confederazione svizzera con molti più poteri per lo stato centrale, una vera e propria entità politica nazionale in cui i cittadini non erano più fedeli solo al cantone ma anche appunto allo stato nazionale.
Se avessero perso, avremmo potuto avere una storia molto diversa della Svizzera, con la nascita, magari, di due entità politiche distinte: come sappiamo, però, la storia non si fa con i se!
FONTI
Suggerisco il breve ma chiarissimo saggio (in inglese) “The 1848 conflicts and their significance in Swiss Historiography” del professor Thomas Maissen dell’Università di Heidelberg