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Il destino di un uomo passa attraverso punti di svolta, eventi la cui portata in genere si comprende pienamente solo col tempo. George Washington, in gioventù, ha vissuto eventi che avrebbero potuto cambiare la storia americana. Ecco un esempio, raccontato dallo stesso Washington attraverso una lettera, conservata presso la libreria del congresso degli Stati Uniti e scritta da George Washington al fratello John Augustine, il 18 luglio 1755.

Lascio la lettera in inglese ma ne riassumo il contenuto. Il giovane Washington aveva appena affrontato una spedizione al servizio dell’ufficiale inglese Braddock, come attendente volontario. Gli inglesi si stavano contendendo il territorio degli attuali Stati Uniti con i francesi ed entrambe le parti erano alleate di popolazioni native. Gli inglesi erano caduti in una imboscata e avevano subito una dura sconfitta, riportando molte perdite anche fra gli ufficiali (è conosciuta come la battaglia di Monongahela).

Washington apprende che si è sparsa la notizia della propria morte e scrive la lettera per smentirla. Racconta, però, che ci è andato molto vicino: gli uomini cadevano intorno a lui, ben due cavalli sono stati colpiti mentre li stava utilizzando e addirittura la giubba che indossava è stata perforata da un proiettile lasciandolo però illeso.  Washington dichiara “i potenti mezzi della Provvidenza mi hanno protetto oltre ogni umana probabilità e aspettativa”. Questo tema della Provvidenza sarà toccato in futuro da Washington: c’è chi ritiene che quella fortunosa salvezza abbia contribuito a spingerlo a ritenersi in qualche modo predestinato a un ruolo importante.

Di certo, è stata una Sliding Door, per citare un vecchio film: chissà cosa sarebbe successo se Washington quel giorno fosse morto? La storia degli Stati Uniti, come detto, sarebbe sicuramente stata differente, non c’è dubbio.

Ecco comunque il testo originale della lettera:

To John Augustine Washington

Fort Cumberland, Md., 18 July 1755]

To Mr Jno. Auge Washington, Mo.t Vernon.

Dear Brother,

As I have heard; since my arrival at this place, a circumstantial account of my death and dying speech; I take this early opportunity of contradicting the first, and of assuring you, that I have not, as yet, composed the latter.—But, by the All-powerful Dispensations of Providence, I have been protected beyond all human probability or expectation; for I had four Bullets through my Coat, and two Horses shot under me; yet escaped unhurt, altho[ugh] Death was leveling my Companions on every side of me!

We have been most scandalously beaten by a trifling body of men;—but fatigue, and want of time, prevent me from giving you any of the details, untill I have the happiness of seeing you at Mount Vernon; which I now most ardently wish for, since we are drove in thus far.—A weak and feeble state of Health, obliges me to halt here for two or three days to recover a little strength, that I may thereby be enabled to proceed homewards with more ease: You may expect to see me there, on Saturday or Sunday fortnight, which is as soon as I can well be down; as I shall take my Bullskin Plantations in my way.—Pray give my compliments to all my Friends.—I am, Dr Jack,

Your most aff.e Brother,

G. W——n