Nel 1891 il mondo cremonese era assai diverso e una ragazza onesta che volesse maritarsi doveva avere la dote. Non tutte le ragazze avevano una famiglia alle spalle in grado di garantirla. Ecco allora intervenire le "opere pie" e il Comune di Cremona in sostegno delle sventurate. Così scrive "Cremona: il giornale della democrazia" il 27 settembre 1890:
"Il sindaco ha pubblicato un avviso in cui annuncia che, a termine dello statuto organico dell'opera pia Fanny Ferrari, viene aperto, a tutto il 31 gennaio 1891, il concorso per il conferimento di 6 doti da 100 lire cadauna ad altrettanti giovani"
Che requisiti erano richiesti per avere il contributo?
1) Richiedente domiciliata in Comune
2) Richiedente povera e di "condotta onestissima"
3) Richiedente di età inferiore ad anni 40
4) Richiedente priva di dote sia libera che condizionata da qualche istituto di beneficenza
5) Richiedente al primo matrimonio
Titoli preferenziali: essere della parrochia di Sant'Agostino (con ogni probabilità l'opera pia che aveva preparato la somma da elargire era di Sant'Agostino), essere nata nel Comune, essere orfana, essere di famiglia numerosa, essere molto giovane, saper leggere e scrivere.
Le doti erano in consegna il 25 febbraio a condizione di celebrare il matrimonio entro 60 giorni da quella data.
Non potevano fare domanda coloro che "si maritassero a uomini pregiudicati o dalla vita scioperata"